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Venerdì, 19 Aprile 2024

Errori nel conteggio delle pensioni, scatta l'allarme: "L'Inps rivuole indietro i soldi"

Secondo la Fipac, federazione aderente a Confesercenti, molti pensionati avrebbe ricevuto una missiva dell'istituto di previdenza contenente la richiesta di rimborso di somme, anche ingenti, erogate per errore: "Casi isolati o verifiche su larga scala? L'Inps faccia chiarezza"

"Apprendiamo con preoccupazione, dai nostri soci, della ricezione di missive Inps contenenti la richiesta di rimborso di somme, anche ingenti, che l’istituto di previdenza ritiene di aver erogato indebitamente ai pensionati. Fermo restando il diritto dell’Inps di rettificare, nei termini prestabiliti dalla legge, gli importi degli assegni in caso di errore, chiediamo chiarimenti sull’intervento in atto, a partire dalle motivazioni del riconteggio e dalle dimensioni della platea interessata".

A denunciarlo, la federazione dei Pensionati aderente a Confesercenti FIPAC che ha inviato un lettera al Presidente dell’INPS Tito Boeri a seguito dell’allarme sulla restituzione di somme già erogate ai pensionati, per conteggi sbagliati imputabili all’ente previdenziale.

"La FIPAC - continua la nota - vuole conoscere se si tratta di pochi casi isolati o se piuttosto è in corso di una verifica in grande scala, che non può che creare disagio e preoccupazione. Sollecitiamo l’apertura di un tavolo con le organizzazioni di rappresentanza dei pensionati- si legge nella nota inviata a Boeri- per gestire un intervento che crea apprensione e mina le condizioni materiali di vita delle persone, anche al fine di evitare lunghe e dispendiose battaglie legali". 

Secondo la federazione, al di là delle "considerazioni sull’impatto sociale del provvedimento" la "pretesa di restituire somme erogate per errore dall’Inps è indebita, vista la sentenza della Corte Costituzionale che proprio quest’anno ha sancito l’illegittimità di richieste di rimborso in caso di assenza di dolo da parte del pensionato". 

"Sentenza che – concludono i pensionati – auspicavamo avesse finalmente posto fine all’invio di missive del genere: aprire una lettera e scoprire di avere un debito di 5 cifre con lo Stato è uno shock per chiunque, in particolare per i più anziani, e rischia di creare un’ondata di sfiducia nei confronti del sistema previdenziale, minandone ulteriormente il rapporto con i cittadini".

Fonte: Fipac →
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