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Venerdì, 29 Marzo 2024

Bersani rispolvera le sue metafore: "La mucca era un toro e ci è passata sopra"

L'ex leader del Pd: "Liberi e Uguali è stata soprattutto una rimpatriata"

"Avanti così, saranno quelli che sbaraccano il tavolo, la testa d'ariete per ribaltare il sistema. Ma poi la poltrona se la prende il toro, la destra. Devono stare attenti o finisce che diventano gli amici del giaguaro. Va bene l'exploit al Sud ma, da appassionato di storia, li avverto: al dunque, decide sempre il Nord": è l'avvertimento che Pierluigi Bersani (LeU) indirizza ai grillini in un'intervista al Fatto quotidiano.

Se nel 2018 non è ancora chiaro chi ha vinto, il protagonista della non-vittoria del 2013 ricorda così quel frangente: "All'epoca a me sarebbe bastato fissare il punto che il Pd non stava con l'establishment. Sarei stato disposto a fare un passo indietro, se l'ostacolo ero io. Lo dissi, ma il M5S non colse. Fuori dallo streaming, non ho potuto mai avere incontri, né formali né informali, per discutere del governo, del Colle. Altro che Ro-do-tà. Avessero detto Ber-sa-ni, non avrei accettato. Non esiste che ti rifiuti di partecipare a una riunione in Parlamento e invochi un presidente dalla piazza. Noi, senza incontri, abbiamo votato Di Maio vicepresidente della Camera... Feci sapere che ero disponibile ad andare a Genova da Grillo. Non ebbi risposta". Bersani afferma: "Sono quattro anni che batto lo stesso chiodo: il ripiegamento della globalizzazione, le disuguaglianze, l'ascesa della destra protezionista, il centrosinistra che va dietro a ll 'establishment. L'ho detto per primo che c'era la mucca nel corridoio. Solo che abbiamo scoperto che la mucca era un toro e ci è passato sopra. La gente ci ha percepito come una variante del sistema".

Il Pd ha capito la lezione? "Non mi pare. Li sento parlare di 'reggenze', ma il Pd è paralizzato: non può dire di aver sbagliato e non può dire di aver fatto bene. Stanno scegliendo di continuare a balbettare. Do un giudizio tecnico: per chiudere col renzismo bisognerebbe cambiare lo Statuto, togliere le primarie aperte almeno per una volta e fare un congresso con un dibattito autentico, che dia un giudizio su questi cinque anni e giustifichi una svolta". Quanto a Liberi e Uguali (LeU), "quando vedevo le assemblee piene, in campagna elettorale, mi domandavo: sta scattando una cinghia di trasmissione o è solo una rimpatriata? Ecco, è stata soprattutto una rimpatriata, pur con una presenza insolita di giovani e una passione che non va dispersa. Abbiamo visto l'onda, non l'abbiamo intercettata".

Fonte: Il Fatto Quotidiano →
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