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Martedì, 23 Aprile 2024

"Porti aperti come i nostri c**i": parla il ragazzo del cartello virale dopo il Gay Pride

"Perché l'ho fatto? Semplice: ero certo che così facendo avrei ottenuto attenzione"

Ha scatenato una lunga serie di polemiche la foto che, all'indomani del Gay Pride di Rimini, ha iniziato a circolare sul web e nella quale si vedeva un partecipante alla manifestazione che ostentava un cartello con la scritta "Porti aperti come i nostri cu**".

Centinaia i commenti arrivati dopo la pubblicazione dello scatto e che, in massima parte, hanno duramente attaccato il mondo omosessuale ma, a spiegare l'esatta motivazione di quella scritta, ci ha pensato lo stesso autore che ha contattato RiminiToday.

"Mi chiamo Alex e sono il ragazzo che tiene in mano il cartello nella foto. Perché ho scritto quel cartello? Perché ho utilizzato proprio quelle parole? Semplice: ero certo che così facendo avrei ottenuto attenzione".

"Puntualmente i media riportano solo questo tipo di immagini del Pride. Immagini e messaggi sopra le righe, provocazioni. E non importa che il 99,9% dei partecipanti sia composto da ragazzi e ragazze, uomini e donne comuni senza abiti vistosi o cartelli-shock, che vogliono solo esserci e dare un contributo alla lotta per i diritti civili. No, in prima pagina finiscono sempre certe foto".

"Conoscendo bene questo meccanismo mediatico, questo giochetto facile facile, ho deciso di sfruttarlo per una buona causa, una volta tanto - prosegue il ragazzo. - Quella dei migranti che il nostro fantastico governo del cambiamento sta lasciando annegare nel Mediterraneo. Mi sono detto: certe persone ascoltano solo se provocate, provochiamole! Non mi pento affatto di questa scelta".
 

Fonte: RiminiToday →
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