rotate-mobile
Mercoledì, 24 Aprile 2024

Il "problema rom" che gli stati europei non vogliono risolvere

Un articolo pubblicato sul mensile belga Mondiaal Niews fa il quadro della situazione per i rom europei

L’8 aprile è la giornata internazionale dei rom, ma una parte importante di questi 12 milioni di persone che vive in Europa si trova ancora in condizioni di estrema povertà. Le tensioni etniche si accentuano, come si è potuto constatare con gli attacchi ai campi rom in Italia nel 2008 o con le intimidazioni da parte dei paramilitari razzisti in Ungheria. A settembre migliaia di bulgari sono scesi in piazza gridando “con gli zingari facciamoci il sapone”

Inizia così l'articolo, a firma di Hellen Koijman, pubblicato sul sito belga Mondiaal Niews, nel quale si fa il punto sulla situazione, sempre più drammatica, dei nomadi di etnia rom nei paesi membri dell'Unione Europea.

Alla fine degli anni novanta, la prospettiva dell’adesione all’Ue di alcuni paesi dell’Europa centrale e orientale aveva lasciato intravedere un miglioramento per questa popolazione.
Ma era solo fumo negli occhi, dicono oggi le ong e i militanti che si battano in favore dei diritti dei rom

L'ingresso nella Ue non ha quindi di fatto migliorato le condizioni di vita dei nomadi.

Adesso che questi paesi sono diventati membri dell’Ue, Bruxelles non può più utilizzare l’adesione come strumento di pressione. Bruxelles può però influire sulla politica attraverso i fondi europei

Nella maggior parte dei casi, denuncia l'articolo, i soldi finiscono a finte ong o a funzionari corrotti, ma anche quando arrivano questo denaro si rivela drammaticamente insufficiente

Secondo Valeriu Nicolae, rom e direttore del Centro delle politiche per i rom e le minoranze di Bucarest, i fondi destinati ai rom da Bruxelles sono insufficienti: per il periodo 2007-2013 la Romania ha ricevuto circa 230 milioni di euro. Nel paese abbiamo un milione di rom e questo significa meno di 20 centesimi al giorno per ognuno”

Qualcosa però sembra cambiare.

Dopo le tragedie che si sono prodotte in Italia e in Francia, però, l’Unione sembra essere diventata più attiva. Nell’aprile 2011 il Consiglio europeo ha deciso di stabilire un quadro europeo comune, sotto forma di “strategie nazionali di integrazione dei rom”.
Ma anche in questo caso la Commissione si affida ai singoli stati per trovare una soluzione

Affidamento ai singoli stati che non sempre porta a una migliore comprensione dei fenomeni e all'attuazione di programmi efficaci, quando manca la volontà politica

“Di recente il governo di Viktor Orbán ha ridotto l’età della scuola dell’obbligo, in modo che i ragazzi rom possano lasciare prima la scuola”, dice Kushen.
Questo mostra fino a che punto è difficile ottenere misure in favore dei rom nella situazione attuale. In Ungheria, come in altri paesi europei, Orbán deve fare i conti con un’opposizione di estrema destra apertamente anti-rom. “La democrazia consiste anche nel difendere le minoranze. Ma Orbán non sembra capirlo"
 

Fonte: PressEurop.eu →
Si parla di

In Evidenza

Potrebbe interessarti

Il "problema rom" che gli stati europei non vogliono risolvere

Today è in caricamento