Il grande cuore degli italiani non è ormai una sorpresa per nessuno.

In tanti vogliono sapere come fare per dare una mano come volontari nelle zone terremotate. Vita ha chiesto all'esperto Giulio D’Imperio quali sono le procedure da seguire.

Ci sono norme molto precise che disciplinano la protezione civile, come il Dpr 194 del 8 febbraio 2001 in cui è stato stabilito che un datore di lavoro è tenuto a far usufruire di permessi al proprio dipendente, volontario della protezione civile, se partecipa ad interventi di soccorso ed assistenza. 

TERREMOTO CENTRO ITALIA

Quanto lunghi possono essere i permessi? Possono essere concessi per un periodo massimo continuativo di 30 giorni e fino ad un periodo annuo massimo di 90 giorni. I giorni di permesso si raddoppiano (60 continuativi e 180 nell’anno) qualora venga dichiarato uno stato di emergenza nazionale, ma sempre previa autorizzazione dell’Agenzia di Protezione Civile.

Chi va a svolgere l’attività di volontariato per la protezione civile ha diritto a mantenere il proprio posto di lavoro, ottenere il normale trattamento economico e previdenziale.

Il datore di lavoro ha diritto, se ne fa richiesta, ad ottenere il rimborso della retribuzione che elargisce al proprio dipendente per il periodo in cui sarà impegnato nello svolgimento della propria attività di volontario presso la Protezione Civile.

La domanda di rimborso dovrà essere effettuata presentando apposita domanda all’autorità di protezione civile territorialmente competente, entro due anni successivi a quello in cui è terminato l’intervento a cui ha partecipato il proprio dipendente. [...] Sarà la stessa protezione civile a pagare i rimborsi ai datori di lavoro anche avvalendosi delle regioni e degli altri enti che compongono la protezione civile.