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Sabato, 20 Aprile 2024
La testimonianza / Parma

“Ho aperto un pub ma ho perso tutto”: adesso Luciano fa il corriere per Amazon

In quel progetto aveva investito tutti i suoi soldi. Con le restrizioni per il Covid ha perso il 90% del fatturato ed è stato costretto a tornare al suo vecchio lavoro per cercare di pagare le spese del locale

Lo scorso 4 luglio Luciano Beretta ha realizzato un sogno: l’apertura di un locale notturno. Un sogno nel quale aveva investito tutti i suoi soldi ma che è durato poco, poiché dopo tre mesi di lavori, rispettando tutte le norme imposte dai protocolli anticontagio, da metà ottobre Beretta è stato costretto a chiudere il locale che aveva aperto insieme alla sua compagna. “Con le restrizioni per il Covid ho perso il 90% del fatturato, a partire da ottobre ed ora sono tornato al mio vecchio lavoro per cercare di pagare le spese del pub, che si stanno via via accumulando”, racconta Beretta a ParmaToday, che ora fa il corriere per Amazon. 

Beretta e la compagna avevano progettato di aprire il pub all’inizio di marzo 2020. L’esplosione delle pandemia li ha ovviamente costretti a cambiare programma, rimandando il tutto all’estate. Da luglio a metà ottobre, “abbiamo lavorato molto bene”, racconta, “anche con la musica dal vivo”. Poi, “con l’introduzione dei colori, siamo stati costretti a chiudere e il nostro fatturato è caduto a picco”: infatti “se prima incassavamo 3mila euro a settimana, ora ne incassiamo 20, 25 con l’asporto”. Il locale è chiuso ma restano comunque le spese fisse, “circa 5mila euro al mese”, perché ci sono da pagare ugualmente le bollette e l’affitto. La coppia ha anche chiesto un finanziamento alla cooperativa di garanzia per circa 15mila euro, poi altri 18mila euro da una finanziaria. 

Costretto a chiudere il pub, Luciano ora fa il corriere per Amazon

“Sì, io ho deciso di tornare al mio vecchio lavoro ed ora faccio il corriere per Amazon. Tutto lo stipendio viene usato per pagare le spese del locale. L'asporto non è adatto ad una realtà come la nostra: abbiamo un menu tipico da pub, come l'hamburgheria e le birre. Poche persone ordinano da noi: preferiscono ristoranti e pizzerie”, dice Beretta. Delle cinque persone che lavoravano con loro al momento dell'apertura, oggi “due dipendenti sono stati messi in cassa integrazione mentre altri due continuano a lavorare con noi. In una situazione di questo tipo siamo stati costretti a licenziare una dipendente”. 

E i ristori dello Stato? Beretta denuncia di averne ricevuti “pochissimi”: “il primo da 2 mila euro e il secondo da mille euro, con il decreto legge di Natale. Oltre alle spese per la gestione dello spazio e i soldi già richiesti alle banche - circa 30 mila euro - abbiamo perso anche circa 8 mila euro di merce già acquistata, che non abbiamo potuto utilizzare. Se la situazione non migliora rischiamo di chiudere: non voglio ritrovarmi con molti più debiti di quelli che abbiamo già”.

Beretta non ha partecipato all’iniziativa di protesta IoApro, mentre il suo avvocato “sta cercando, anche insieme all’Asco, di cercare una strada per poter aprire, almeno per coprire alcune spese”. Tutto, pur di tenere aperto il sogno: “Possiamo lavorare anche con solo 20 persone invece di 200, ma dobbiamo lavorare”. 

Fonte: ParmaToday →
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