Così i parlamentari evitano la quarantena al rientro dai viaggi all'estero
Una norma votata dal parlamento eviterà agli onorevoli e ai senatori la quarantena anche se rientrano da paesi extraeuropei
Una norma votata dal parlamento eviterà agli onorevoli e ai senatori la quarantena anche se rientrano da paesi extraeuropei. Lo scrive oggi La Stampa in un articolo a firma di Niccolò Carratelli, il quale spiega che a prescindete dal motivo del viaggio i parlamentari non saranno tenuti a rispettare l'isolamento fiduciario di 14 giorni a cui sono sottoposti i normali cittadini. La questora Laura Bottici (M5S) dice che la quarantena evitata vale solo per i senatori in missione ma il ministero della Sanità chiarisce che la misura non si applica, ad esempio, «ai funzionari e agli agenti dell'Unione europea o di organizzazioni internazionali, agli agenti diplomatici, ai funzionari e agli impiegati consolari, al personale militare, delle Forze di Polizia, del Sistema di informazione per la sicurezza della Repubblica».
Nella risposta arrivata in data 27 ottobre 2020, firmata dal direttore generale Giovanni Rezza, si legge invece che «la deroga all’obbligo di quarantena trova applicazione anche per i parlamentari che rientrano in Italia per proseguire il mandato parlamentare». Quindi, per capirci, fanno la quarantena solo se tornano per dimettersi.
Il documento di cui parla La Stampa fa riferimento al comma sopracitato e alle categorie lì elencate, equiparando di fatto i parlamentari ad “agenti diplomatici”. Non si parla di missioni istituzionali, basta essere un parlamentare in carica. Unica condizione, per il rientro senza quarantena, è che «non insorgano sintomi di Covid-19».