Li adescano attraverso Facebook, li lusingano con qualche messaggio ammiccante e li indirizzano verso un sito “hard”. Qui, complice una semplice webcam, completano l’opera: lei - una delle solite donne particolarmente discinte e generose - lo provoca a suon di chat e posizioni osè e lui - il solito uomo a caccia di avventure facili - ci casca come un pero e, svestitosi a sua volta, si abbandona ad atteggiamenti non meno “spinti”. Il gioco è fatto. Perchè a questo punto loro (le donne) hanno quel che volevano: materiale scottante da utilizzare come merce di scambio. Per scucire, cioè, al malcapitato di turno qualche gruzzoletto di denaro. Pena, la pubblicazione on line dei loro “riservatissimi” video.

Con un articolo a firma di Luana de Francisco, il Messaggero Veneto ci racconta della nuova frontiera delle truffe via web.
Vittime gli uomini, che fattisi abbindolare da ragazze provocanti, si spogliano davanti alla loro webcam, fornendo così un "materiale scottante" con il quale vengono poi ricattati, pena la diffusione delle immagini.
Un fenomeno non sappiamo quanto nazionale, ma che a Udine è già stato denunciato da cinque uomini.

Di storie così, negli uffici della Polizia postale di Udine, ne sono arrivate ben cinque nel giro di una sola settimana. In un paio di casi, con finale a perdere: terrorizzati dalla prospettiva di essere pubblicamente svergognati, due uomini hanno dichiarato di avere versato quanto richiesto dalle rispettive ricattatrici, corrispondendo il denaro su conti che, stando ai primi accertamenti, sembrerebbero portare al Marocco. Tutti uomini, dunque, le vittime del raggiro: dal 20enne che abita ancora con i genitori, al 50enne libero professionista, sposato e con figli. Gabbati, ma non ancora scoperti dalle rispettive compagne, comunque, tre di loro hanno preferito non formalizzare la denuncia, limitandosi a segnalare la vicenda. Il che, tuttavia, basta e avanza per far suonare i primi campanelli d’allarme.