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Sabato, 20 Aprile 2024

"Torture contro i concorrenti": la vita dietro le quinte dei reality show

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Domenica scorsa due ex concorrenti di "The Biggest Loser" ha rivelato al New York Post le torture, la fame e l'angoscia che si vivono dietro le quinte del popolare reality show. Dopo la pubblicazione dell'articolo, molti ex concorrenti di altri spettacoli hanno scritto al quotidiano per raccontare storie di devastazione fisica, mentale e finanziaria. Alcuni alla fine del programma hanno addirittura cambiato il loro nome, alcuni hanno "solo" dovuto cambiare lavoro.

Nei programmi tv ti fanno firmare contratti che assolvono le reti di ogni responsabilità. Quello che però non ti dicono è che tutto è propedeutico a quanto ti accadrà: ti massacreranno dal punto di vista emotivo e fisico.

Vi riportiamo la testimonianza, in forma anonima, di un ex concorrente di uno dei più seguiti relity show di cucina. "Ti fanno credere di entrare a far parte dell'industria della ristorazione, di lanciarti in future, grandi carriere. Ma non è così".

Ti rinchiudono nelle camere d'albergo. Ti sequestrano i cellulari, i computer portatili, addirittura il portafogli e i documenti". Il loro unico obiettivo "è chiuderti in una prigione dietro la scusa della grande opportunità. 

E' stato il New Yorker il primo media a raccontare il vero dietro le quinte dei reality. Questa la testimonianza dell'ex concorrente: "Una volta selezionati siamo stati portati a Los Angeles a bordo di un bus a due piani. Il tutto, ripreso dalle telecamere. Quello che non hanno ripreso è stato l'incidente accorso a una concorrente. Il bus ha sbandato e una ragazza è stata colpita in faccia da una telecamera. Sangue ovunque, la fronte spaccata. Immediata la corsa in ospedale per le cure mediche. Alla fine le hanno messo 26 punti".

Ma per gli altri concorrenti l'arrivo in ospedale è stato solo l'inizio dell'agonia: "Ci hanno lasciato per quattro ore nel bus, sotto al sole. Al suo ritorno la ragazza voleva avvertire i suoi cari, a casa. Ma le è stato impedito di telefonare. E' stata messa davanti a una scelta: via dallo show e torni a casa, continui ma non racconti niente a nessuno". Anzi, "firmi un accordo di non divulgazione dell'accaduto e rinunci a qualsiasi citazione legale contro gli autori del programma". Lei rimase.

Poi la quotidianità: "I primi giorni ti sembra tutto divertente. Poi tutto si trasforma in un esperimento crudele. Si dorme due ore a notte, ti danno da mangiare cibo scadente e ti vietano di parlare con gli altri concorrenti durante la registrazione del programma".

Più volte ti balena in testa l'idea di mollare tutto. Ma quando lo comunichi alla produzione, loro ti fanno parlare con degli psicologi, prima di lasciare, che ti convincono della grande opportunità che hai davanti. Così, alla fine, ti innamori dei tuoi torturatori. E' la sindrome di Stoccolma applicata alla tv.

Fonte: New York Post →
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