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Giovedì, 25 Aprile 2024
Sicilia

Dagli Usa: "Le mani della mafia sulle energie rinnovabili"

Un reportage del Washington Post racconta i tentativi (riusciti) della criminalità organizzata in Sicilia e in altre regioni del Sud per mettere le mani sul settore delle energie rinnovabili

Il Washington Post di oggi racconta in un lungo reportage di Anthony Faiola i tentativi (riusciti) della criminalità organizzata in Sicilia e in altre regioni del Sud di mettere le mani sul settore delle energie rinnovabili.

Un'intercettazione è emblematica. Un uomo d'affari si rivolge al presunto boss mafioso Vincenzo Funari in questi termini: "Zio Vincenzo, per amore dei nostri figli, le energie rinnovabili sono importanti. E' un business che ci può dare da vivere". Una serie di operazioni delle forze dell'ordine sotto copertura hanno portato alla luce la profonda infiltrazione delle famiglie criminali del Sud in questo settore.

I legami (per ora emergenti) tra mafia ed energia solare ed eolica sollevano nuovi interrogativi sull'uso di sussidi governativi per incoraggiare uno switch verso le energie più pulite. Gli incentivi statali enormi hanno creato profitti eccessivi per le imprese e una bolla di mercato dove le frodi hanno trovato terreno fertile.

Poiché riceve più sole e vento di ogni altra parte di Italia, la Sicilia è diventata una delle regioni chiave in Europa per le energie rinnovabili negli ultimi dieci anni. Mentre il governo italiano ha cominciato ad offrire miliardi di euro ogni anno in sussidi per l'energia eolica e solare, la redditività di tali progetti è schizzata alla stelle. La cosa non è passata inosservata alle famiglie mafiose dell'isola.

Circa un terzo dei 30 impianti eolici dell'isola - insieme a diversi impianti fotovoltaici - sono stati sequestrati dalle autorità. I funzionari hanno congelato più di $2 miliardi di asset e hanno arrestato una dozzina di presunti boss del crimine, consiglieri locali corrotti e imprenditori legati alla mafia. I procuratori italiani stanno ora indagando su un sospetto coinvolgimento della mafia in progetti di energia rinnovabile dalla Sardegna alla Puglia.

Suntech, che ha sede in Cina, è il più grande produttore di pannelli solari al mondo. Global Solar Fund (Gsf) è il Fondo creato da Suntech e partecipato all'80%, con sede a Lussemburgo, per investire nel fotovoltaico in Europa. In Puglia secondo un'accusa ancora tutte da provare avrebbe installato tanti "piccoli" impianti fotovoltaici da meno di 1 megawatt, che, nei fatti, sono secondo l'accusa una sola maxi-distesa di pannelli da 20, allestiti così per dribblare procedure e controlli e intascare i generosi fondi comunitari per le energie rinnovabili. Anche in Spagna non mancano casi di "eco-corruzione", e un certo numero di aziende è accusato di aver intascato illegalmente gli aiuti di Stato.

"Cosa Nostra si sta adattando - dice Teresa Maria Principato, il procuratore aggiunto incaricato di Palermo- e sta acquisendo conoscenze più avanzate in nuovi settori come le energie rinnovabili, che sono diventati più redditizi grazie alle sovvenzioni governative. Si sta gettando un'ombra sulla nostra industria delle rinnovabili." "La mafia sta contaminando l'economia inserendo al suo interno aziende legali, rendendo i mercati meno trasparenti e corrompendo funzionari pubblici", ha detto Michele Polo, professore di economia presso l'Università Bocconi di Milano. "Insieme con l'evasione fiscale, la lotta alla corruzione è l'ostacolo maggiore per far progredire l'economia in Italia."

In Sicilia, la profondità del coinvolgimento della mafia nel settore delle rinnovabili emerge a poco a poco, con una prima ondata di arresti che risale al 2010. Dopo l'acquisizione di nuovi elementi di prova attraverso una rete di informatori e intercettazioni, le autorità hanno organizzato una seconda tornata di arresti il mese scorso. L'uomo d'affari di cui parlavmo all'inizio dell'articolo è stato incastrato da quella intercettazione telefonica del 2007, in cui parlava con Funari di una possibile partnership nel settore delle rinnovabili. In carcere e in attesa di giudizio, l'imprenditore ha negato le accuse di corruzione contro di lui.

Il coinvolgimento della mafia nel settore delle rinnovabili ha seguito un percorso abituale. Le famiglie criminali e gli uomini d'affari hanno individuato il terreno adatto per impianti eolici o solari, hanno fatto pressioni sui proprietari terrieri affinchè vendessero. Hanno corrotto funzionari locali per accelerare pratiche che sarebbero potute durare fino a sei anni.  Poi, hanno avvicinato investitori stranieri desiderosi di mettere le mani sulle sovvenzioni governative. Alcuni investitori stranieri coinvolti nei progetti apparentemente non si rendono conto dell'illegalità di cui si rendono complici "Ma gli altri semplicemente non vogliono sapere", ha detto un funzionario, che ha parlato con il Washington Post a condizione di mantenere l'anonimato.

Ora il governo italiano ha stoppato nuove sovvenzioni per le energie rinnovabili. Un programma a livello nazionale obbliga gli investitori a firmare dichiarazioni giurate in cui si negano collegamenti con la criminalità organizzata. In Sicilia, dove un nuovo governo regionale antimafia è salito al potere nel mese di novembre, la costruzione della maggior parte dei nuovi progetti relativi alle energie rinnovabili, è stata bloccata. Il nuovo governo è alla ricerca di sistemi per assciurarsi che la mafia resti fuori dal settore, prima di dare il via a nuovi progetti. L'assessore Nicolò Marino dice: "Alle organizzazioni criminali è stato permesso di fare affari in questo settore. Abbiamo perso un'opportunità vitale per lo sviluppo della regione".

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