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Venerdì, 19 Aprile 2024

Strage di Erba: "Rosa e Olindo condannati con il trucco, processo da riaprire"

E' Libero a riportare le dichiarazioni di Nico D' Ascola, avvocato della difesa: "È vero che i Romano confessano la loro responsabilità, ma lo fanno sulla base di una ricostruzione con ben 384 contraddizioni rispetto alla realtà dei fatti"

Gli avvocati di Olindo Romano e Rosa Bazzi, condannati all'ergastolo per la strage di Erba (l'11 dicembre 2006 furono uccisi a colpi di coltello e spranga Raffaella Castagna, il figlio Youssef Marzouk, la madre Paola Galli e la vicina di casa Valeria Cherubini con il suo cane), puntano senza indugi alla revisione del processo: secondo loro ci sono infatti nuovi elementi probatori che metterebbero in discussione la confessione dei due coniugi cha a loro dire sarebbe stata "estorta".

E' Libero a riportare le dichiarazioni di Nico D' Ascola, avvocato della difesa insieme a Fabio Schembri e Luisa Bordeaux, nonché presidente della Commissione Giustizia del Senato, che parte indicando le prove alla base della condanna di Bazzi e Romano: "Due prove dichiarative, ossia la confessione di Rosa e Olindo e le dichiarazioni di Mario Frigerio, marito di una delle vittime, Valeria Cherubini, salvatosi perché creduto morto dagli assalitori, il quale riconosce inizialmente Olindo e non Rosa, che verrà riconosciuta dallo stesso solo nel corso del dibattimento. E poi la presenza di una traccia ematica sul battitacco della portiera anteriore sinistra della macchina di Olindo", spiega a Libero.

Poi aggiunge: "È vero che i Romano confessano la loro responsabilità, ma lo fanno sulla base di una ricostruzione dei fatti nella quale l'avvocato Schembri è stato capace di individuare ben 384 contraddizioni rispetto alla realtà dei fatti che risulta da prove oggettive e accertate. Persone semplici, pacifiche, che ogni Natale ci mandano le letterine di auguri simili a quelle dei bambini, con un titolo di studio assurdamente minimo, quasi analfabeti, hanno sempre svolto attività umili, non sono persone dalle quali si possa pretendere la macchinazione, la predisposizione artificiosa di chissà quali difese, perché questo non è nella loro natura, come dimostrano le perizie psichiatriche oltre che tutta la loro vita".

La confessione invece deriva dal "rapporto di succubanza che lega Olindo a Rosa e che rende prioritario l' obiettivo di continuare a vivere insieme ancorché fossero stati condannati per un crimine non commesso".

Fonte: Libero →
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