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Giovedì, 25 Aprile 2024

La promessa di Equitalia: "Mai più cartelle pazze"

Approccio più soft dell'agenzia di riscossione: a essere toccato sarà il meccanismo che permette alla casse statali di recuperare i crediti pendenti. Sotto il tetto dei duemila euro non scatterà subito la riscossione

ROMA - Equitalia volta pagina: a breve potrebbe arrivare la tanto attesa riforma dell'esattore pubblico più odiato dagli italiani. Ne parla Repubblica, in un articolo a firma di Roberto Petrini.

In parallelo, il governo lavora anche al piano contro l'evasione fiscale: obiettivo principale, la tracciabilità dei pagamenti. Nel mirino i grandi evasori. Al punto primo della riforma di Equitalia - previsto dalla legge delega sulla riforma fiscale - le cartelle (e le vessazioni) che riceveranno i contribuenti: l'istituto della riscossione coattiva delle somme iscritte a ruolo (ossia il meccanismo che permette allo Stato di incassare un credito e che, in passato, ha dato vita a veri e propri drammi tra ganasce e pignoramenti), dovrebbe essere rivoluzionario.

Nel dettaglio, si punta su un "mini ruolo", destinato alle piccole somme fino a 1.000-2.000 euro, con un approccio più soft. La cartella arriverà con modalità differenti: lo Stato opererà un po' come i gestori telefonici con i clienti morosi, con un call center che solleciterà il pagamento, per poi passare ad inviti bonari e, solo in caso di necessità, partirà la cartella e scatteranno le procedure esecutive della riscossione. Insomma si avrà più tempo per pagare.

Un'altra questione centrale da riformare è la trasformazione della governance della nuova Equitalia, o "Agenzia per la riscossione". Oggi è una Spa controllata al 51% dalle Entrate e al 49% dall'Inps. Un assetto che crea dei problemi, come una sorta di conflitto di interessi tra enti (uno, le Entrate, deve stanare l'evasore; l'altro, Equitalia, che deve riscuotere il credito). Un assetto che, in caso di errori, crea altri problemi: l'Agenzia per non scontentare l'esattore, ossia Equitalia, potrebbe anche non riconoscere l'eventuale errore subito dal contribuente. Accorpare le due entità, paradossalmente, potrebbe accentuare questo fenomeno (e proprio su questo sono piovute le critiche del Movimento 5 Stelle).

Fonte: Repubblica.it →
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