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Mercoledì, 24 Aprile 2024

Addio al Ristorante di Montecitorio: si passa al self-service (ma con le ostriche)

Addio al "mitico" ristorante di Montecitorio: dalla prossima legislatura tutti in fila al self-service

Tutti in fila al self service Montecitorio per 12 euro e con il piatto in mano. E addio ai pasti serviti in guanti bianchi nel ristorante della Camera, quel luogo miticodella politica apparecchiata a tavola da cui ci si alzava con la pancia piena e talvolta anche con un accordo tra partiti sullo stomaco. Insomma i deputati passano al vassoio e alle tovagliette di carta, come normali travet in una mensa aziendale e tra pochi mesi saranno costretti a rinunciare alla comodità dei camerieri che li coccolano.

Il Messaggero ci dà conto, con un articolo molto "condito" di particolari a firma di Mario Ajello, della svolta epocale che sta per abbattersi sulla Camera dei Deputati: la chiusura del "mitico" ristorante e il passaggio a un più "povero" self-service.

La mensa a 12 euro funzionerà così: leader e peones possono scegliere tra tre primi piatti, tre secondi piatti più contorno e frutta, e la cifra quella sarà.
«La vera novità è che il conto verrà interamente pagato di tasca propria dal deputato», spiega il questore della Camera, Antonio Mazzocchi, il quale ha proposto questo nuovo sistema votato all’unanimità. Finisce così - ma attenti alle retromarce dell’ultimo istante, a cui la casta ci ha abituato - quel sistema per cui un onorevole pagava nel ristorante del Palazzo un bel pasto diciotto o venti euro e poi i restanti 35 o 40 ce li metteva l’amministrazione di Montecitorio, cioè i cittadini.

Ma i deputati sapranno rinunciare a piatti ricercati e costose prelibatezze da un giorno all'altro?

Stessi tavoli, medesimi menù, file comuni, per addentare un pezzo di carne. «Ma se qualcuno vuole fare lo splendido», specifica il pidiellino Mazzocchi, «non gli è proibito. Ogni giorno sarà disponibile un piatto deluxe, come le ostriche con lo champagne, e chi lo desidera se lo potrà pagare a prezzi normali». Chissà però chi avrà il coraggio di farsi vedere nell’angolo degli spendaccioni o dei golosoni, nella zona (magari protetta) di quelli che trascinati dal palato se ne infischiano della crisi e dell’odio anti-casta. Magari saranno quelli della sinistra che, assicura Berlusconi, «amano pasteggiare a caviale?».

In ogni caso siamo consapevoli di essere vicini a un cambiamento storico.

Avevano diritto a due tavoli riservati, nel ristorante degli onorevoli, ma niente: toccherà anche a loro mettersi in coda davanti al bancone, magari facendo lo sgambetto al collega per rubargli il posto davanti.

Fonte: Il Messaggero →
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