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Mercoledì, 24 Aprile 2024

Il ristoratore che farà causa a Conte

Ha aperto un bar tavola fredda nel cuore di Milano a novembre spendendo 300mila euro. Ma è escluso da rimborsi e aiuti

Il Giornale oggi racconta la storia di Marco Bedolo e Michela Fino, che hanno dovuto mettere in vendita il loro bar tavola fredda a Milano dopo aver perso qualcosa come 100mila euro: lo avevano aperto nel novembre 2019 e non avranno i ristori del governo perché non possono dimostrare un calo del fatturato rispetto all'anno precedente. 

"Abbiamo preso solo i 600 euro" dice Marco. Nemmeno una mancia, se si pensa ai circa 8mila euro mensili di spese fisse, tra bollette, due dipendenti da pagare. E un affitto a crescere, da 3mila euro al mese più Iva. Un vero e proprio tsunami nella vita di una coppia con due figli di 2 e 8 anni, costretta al lockdown da chi poi non mette mano al portafogli per i danni provocati: «Avevo gestito un ristorante a piazza Navona e uno a Trastevere a Roma, un altro qui a Milano – racconta Marco – e quando si è presentata l’opportunità...». Investimento totale, circa 300mila euro, una settantina dei quali con mutuo bancario. Altri arrivano dai parenti. Le entrate di casa arriveranno entrambe da quel locale.

«All’improvviso arriva il primo lockdown e la promessa dei risarcimenti. Scopriamo che a noi non spetta nulla, tranne un credito d’imposta sull’affitto per il mese di marzo. Noi lavoriamo con materia fresca, facciamo panini, tartare di carne, pesce e siamo così costretti a buttare via tutto». Intanto le bollette non si fermano. E nemmeno il canone di locazione e gli stipendi. I soldi vanno via a migliaia per volta. L’apertura recente preclude pure il prestito garantito dallo Stato, i famosi 30mila euro con odissee burocratiche annesse per ottenerli: «Solo la banca ci viene incontro, dandoci un nuovo mutuo da 15mila euro e spostando di due anni il pagamento del precedente. Ma con quei soldi bisogna sopravvivere».

A maggio l’incubo sembra finito. Si riapre, non prima di aver fatto la sanificazione e pure la disinfestazione per via della zona. E ora Marco non si arrende: "Faremo causa allo Stato", dice il noto penalista Fabio Schembri: "Il governo deve loro un indennizzo".

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Fonte: Il Giornale →
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