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Mercoledì, 24 Aprile 2024

Stop al ritiro spirituale per omosessuali credenti: "Moralmente inaccettabili"

L'arcivescovo di Torino ha deciso di sospendere un'iniziativa della Diocesi rivolta ai gay e la comunità degli omosessuali critica la decisione parlando di discriminazione

L'arcivescovo di Torino Cesare Nosiglia ha deciso di sospendere un'iniziativa della Diocesi rivolta ai gay e la comunità degli omosessuali critica la decisione parlando di discriminazione. Dopo le polemiche e l'eco avuto nei media attorno all'iniziativa, Mons. Nosiglia ha infatti dato l'alt al ciclo di incontri di formazione spirituale per omosessuali credenti, promosso da don Gian Luca Carrega, responsabile della 'Pastorale degli omosessuali' della Diocesi di Torino. "La Diocesi di Torino - spiega Nosiglia - ha da diversi anni promosso un servizio pastorale di accompagnamento spirituale, biblico e di preghiera per persone omossessuali credenti che si incontrano con un sacerdote e riflettono insieme, a partire dalla Parola di Dio, sul loro stato di vita e le scelte in materia di sessualità".

"Ciò non significa - dice ancora Nosiglia - approvare comportamenti o unioni omosessuali, che restano per la Chiesa scelte moralmente inaccettabili".

"Il percorso che la Diocesi ha intrapreso - spiega ancora Nosiglia - non intende in alcun modo legittimare le unioni civili o addirittura il matrimonio omosessuale" . Ma l'arcivescovo di Torino sottolinea che questi principi hanno raccolto interpretazioni diverse - spesso superficiali, a volte tendenziose - che rendono necessario chiarire le caratteristiche e i limiti del lavoro in questo ambito pastorale. Per questo - conclude Nosiglia - ritengo, insieme con don Gianluca Carrega di cui apprezzo l'operato, che sia opportuno sospendere l'iniziativa del ritiro, al fine di effettuare un adeguato discernimento". 

Il disappunto della comunità gay è affidato ad Alessandro Battaglia coordinatore del Torino Pride.

"È assolutamente evidente - scrive Battaglia - che la decisione presa da Cesare Nosiglia, in merito all'annullamento del ritiro spirituale voluto da don Carrega e dalla Pastorale per le persone omosessuali credenti, vada in una direzione univoca e banalmente piena di quella forma discriminatoria perpetrata da sempre dalle gerarchie ecclesiastiche torinesi e nazionali".

"È altresì banalmente scontato - prosegue Battaglia - che questa decisione sia frutto esclusivamente di polemiche e attriti tutti interni alla Chiesa stessa che non riesce, nonostante la predicazione di presunta apertura e accoglienza, a trovare una sintesi tra l'amore e l'accoglienza predicata dalle Scritture (e quindi da Dio) e i continui e biechi insulti verso una comunità che con grandi difficoltà tenta di aprire sempre nuove forme di dialogo. A questo punto - conclude Battaglia - ci si dovrebbe davvero interrogare se questa nostra apertura abbia un senso e se i tanti sacerdoti `illuminati' debbano essere sostenuti. Noi crediamo di sì ma senza davvero illusioni".

Fonte: La Stampa →
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