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Giovedì, 25 Aprile 2024

Prodi: "L'unico errore della mia vita è stato quello di non fondare un partito"

L'ex premier: "L'errore politico che rimprovero nella mia vita è di non aver fatto un partito dopo la notte delle primarie del 2005. Non l'ho fatto perchè volevo unire e non dividere"

Romano Prodi guarda indietro, commenta la sua carriera politica e confessa di avercelo qualche rimpianto. Le responsabilità Prodi se le assume tutte, senza scaricare le colpe su nessuno.

"L'errore politico che rimprovero nella mia vita è di non aver fatto un partito dopo la notte delle primarie del 2005. Non l'ho fatto perchè volevo unire e non dividere". A dirlo è Romano Prodi, in un libro, di cui oggi L'Unita' pubblica alcune anticipazioni, di Marco Damilano, 'Chi ha sbagliato piu' forte', dedicato alla vicenda del centrosinistra in questi vent'anni.

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L'ex primo ministro ripercorre con amarezza la storia dell'Ulivo. "Quando la cosa ha cominciato a marciare -spiega l'ex premier- i partiti misero le mani avanti sostenendo che senza la loro capillare organizzazione non ci sarebbe stata possibilita' di vittoria. Nelle riunioni iniziali, talvolta senza ostilita', si chiariva continuamente che io ero un mandatario dei partiti. La destra diceva che io ero la maschera di D'Alema, in quanto egli rappresentava la parte piu' forte della tradizione dei partiti. Ogni volta che si è presentata una novita' nella politica italiana per i partiti l'opzione piu' comoda è stata dire: la forza pero' è nostra".

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Prodi racconta come questo atteggiamento sia rimasto una costante: "Questo spiega, ad esempio, la difesa di fondo del Porcellum, mantenuto in vita perchè, pur essendo indifendibile, ha il grande vantaggio di garantire la fedelta' degli eletti, un sistema molto buono per un leader, se non avesse il difetto di fargli perdere le elezioni... è il grande errore che si è perpetrato in tutti questi anni, una mentalita' che ripete: rimanga il partito, perdano tutti coloro che cercano vie nuove. Meglio perdere le elezioni che perdere il partito. Pareggiarle è ancora meglio", conclude il Professore. Che a tornare attivamente in politica non ci pensa nemmeno, dopo il tradimento del Pd durante l'elezione del Presidente della Repubblica la scorsa primavera.

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