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Martedì, 23 Aprile 2024

Così l'Italia ha arricchito il regime di Assad: "Un miliardo e mezzo dalla Saipem"

Un miliardo e mezzo di euro, scrive il settimanale l'Espresso, sono stati versati dall'azienda di stato italiana alla Siria. Il tutto, dopo alcuni meeting che sono stati mantenuti segretissimi

E' un'inchiesta forte, che va a toccare alcuni nervi scoperti delle aziende di stato italiane, quella di Paolo Biondani sull'Espresso.

Un miliardo e mezzo di euro, scrive il settimanale, sono stati  versati dalla Saipem, azienda di Stato italiana, alla Siria. Il tutto, dopo alcuni meeting che sono stati mantenuti segretissimi. La sintesi, crudele, è la seguente: abbiamo arricchito un regime sanguinario che l'Occidente, guidato dagli Usa, è pronto a bombardare. E' una storia complessa,  tra prezzi gonfiati, maxi-corruzioni e affari miliardari.

Tutto inizia dall'inchiesta dei magistrati di Milano sugli affari internazionali della Saipem, la società controllata dall'Eni che costruisce grandi impianti di estrazione e trasporto di gas e petrolio.

Il filone principale dell'indagine ha già portato a 3 arresti e riguarda la presunta corruzione di politici e funzionari algerini, proseguita dal 2007 almeno fino al 2010, per aggiudicarsi appalti da 8 miliardi di euro.

Ma negli atti d'accusa ora compare anche un secondo livello di tangenti e fondi neri, che coinvolge le ditte straniere a cui la Saipem ha subappaltato i lavori in Algeria, tra cui spiccano due imprese siriane che hanno incassato un miliardo e mezzo di euro.

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Come racconta il settimanale, i nuovi sviluppi sono da attribuire alla decisione di parlare da parte di un uomo molto bene informato.

La nuova indagine sui subappalti d'oro nasce dalle confessioni di Tullio Orsi, ex dirigente della Saipem in Algeria, che i superiori volevano liquidare come «unico capro espiatorio». A quel punto Orsi si è presentato in procura e ha svelato ai pm, tra l'altro, di aver assistito a «incontri riservati, all'hotel Bulgari di Milano» con «i rappresentanti di imprese subappaltatrici», come «le siriane Lead e Ouais». Dopo gli incontri, Varone gli ordinava di «mettere il 3 per cento in più» sui prezzi, già «esagerati», dei contratti di Lead e Oasis, per creare «il surplus» destinato a «pagare le persone giuste».

Fonte: L'Espresso →
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