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Venerdì, 19 Aprile 2024

Sfregio a Marzabotto: saluto romano dopo il gol nel paese della strage

E' successo domenica allo stadio del Comune Medaglia d'Oro della Resistenza. Su Facebook le scuse del giocatore che esprime "totale e sincero pentimento"

Segna un gol e per esultare corre davanti alla tribuna dei suoi sostenitori, col braccio destro alzato del saluto romano e mostrando una t-shirt con lo stemma della Repubblica sociale italiana. L’episodio è avvenuto in uno dei luoghi simbolo della strage nazi-fascista, Marzabotto, dove tra il 29 settembre e il 5 ottobre 1944 furono uccisi circa 800 civili. Il comune nel bolognese ha già annunciato querele per apologia di fascismo. Mentre la società sportiva per cui gioca il calciatore, la Futa 65 che milita nel girone I della seconda categoria dilettanti, ha scelto di sospendere e multare l’atleta.

L’atleta ha chiesto scusa sulla pagina Facebook della società: “So che nessuna mia parola potrà cancellare né il mio sconsiderato gesto né il dolore che esso ha causato. Ma era mio dovere morale scusarmi”. “Si tratta di un atto premeditato che Marzabotto non giustifica per nessuna ragione – ha commentato l’indomani il sindaco Romano Franchi -. Questa amministrazione comunale procederà per le vie legali per chiedere l’applicazione delle leggi esistenti (Scelba e Mancino) che puniscono il reato di apologia al fascismo”.

La squadra si è difesa affidando alla propria bacheca Facebook un commento: “In seguito ai gravi fatti accaduti ieri nella partita Marzabotto-Futa 65, in cui un nostro tesserato si è reso protagonista di gesti che vanno oltre le regole dello sport, la società Futa 65 comunica che non era a conoscenza della maglia indossata dal ragazzo, e che nel caso un qualsiasi giocatore o dirigente l’avesse vista ovviamente avrebbe impedito categoricamente di indossarla”. Ribadendo l’estraneità al fatto, la societa ha comunicato che il calciatore “è già stato sospeso dall’attività agonistica e verrà multato secondo il regolamento interno vigente. Ci scusiamo per l’accaduto con tutte le persone colpite nel profondo da questo gesto… e chiediamo scusa a tutti a nome nostro e del nostro tesserato!”.

Nel primo pomeriggio è ancora il profilo della Futa 65 a ospitare un messaggio dell’autore del gesto: “A seguito degli avvenimenti di cui mi sono reso protagonista durante la partita di calcio Marzabotto-Futa65 sono qui ad esporre il mio più totale e sincero pentimento. Sono consapevole di aver recato offesa non solo alle associazioni partigiane e antifasciste ma a tutta la comunità di Marzabotto. Ho agito con leggerezza senza pensare alle conseguenze che questo mio gesto avrebbe scaturito tanto a livello personale quanto comunitario”. Con il saluto romano e la maglia con l’aquila esposta al pubblico “ho lasciato passare un terribile messaggio di cui, ribadisco, sono totalmente pentito e dispiaciuto. So che nessuna mia parola potrà cancellare né il mio sconsiderato gesto né il dolore che esso ha causato. Ma era mio dovere morale scusarmi”. Inoltre, ha proseguito l’atleta, “dichiaro che la società Futa65 e i miei compagni di squadra sono stati da me tenuti all’oscuro della maglia incriminata che portavo sotto quella da gioco e delle mie intenzioni di mostrarla… fino a fatto compiuto”.
 

Fonte: SportMediaset.it →
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