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Venerdì, 29 Marzo 2024

Sangue infetto, uno scandalo senza fine: 600 morti di Aids ed epatite C

Lo scandalo sconvolse l'Italia alla fine degli anni Ottanta, ma la giustizia non ha ancora fatto il suo corso per tutti. I carteggi hanno rivelato che alcune case farmaceutiche americane acquistavano il plasma da donatori mercenari a rischio: tossicodipendenti e carcerati di Arkansas, Louisiana, Alabama e paesi del Terzo Mondo: l'inchiesta dell'Espresso

Lo scandalo del sangue infetto sconvolse l'Italia alla fine degli anni Ottanta. Migliaia di persone sono state infettate con il virus di HIV e epatite C tramite la trasfusione di sangue ed emoderivati infetti e non controllati.

I processi, come racconta un'inchiesta dell'Espresso, sono stati tanti, e in alcuni casi sono ancora in corso. I carteggi hanno rivelato che alcune case farmaceutiche americane acquistavano il plasma da donatori mercenari a rischio: tossicodipendenti e carcerati di Arkansas, Louisiana, Alabama e paesi del Terzo Mondo. 

"Documenti che - scrive l'Espresso - nel 2003 vengono presentati da tremila malati da 25 paesi, tra cui 430 italiani, al tribunale federale di Chicago per accusare le industrie di aver prodotto plasmaderivati che trasmisero Hiv e/o Hcv senza segnalare i rischi di cui erano a conoscenza".

Vero è che all'epoca non esistevano test specifici contro l'AIDS o l'epatite C, ma la scelta delle case farmaceutiche di usare sangue da persone ad alto rischio viene oggi ritenuta da molti criminale.

Le case farmaceutiche continuarono la vendita dei flaconi infetti anche dopo che lo scandalo venne reso pubblico. Pressavano i politici o il personale sanitario per vendere i loro prodotti che anche all'epoca erano conosciuti per essere facilmente infetti con i virus dell'HIV e delle epatiti.

All’inizio degli anni Novanta anche in Italia il numero di emofiliaci contagiati da epatite B e C e Hiv varcò la soglia del sospetto. Negli anni Settanta e Ottanta il 90% di plasma ed emoderivati era statunitense. Le multinazionali concentravano in pools la materia prima di due o cinquemila persone, spedita liofilizzata in tutto il mondo. Le aziende italiane raccoglievano le donazioni nazionali, ma usavano molto quei broker esteri. “Logiche industriali”.

Fonte: L'Espresso →
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