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Giovedì, 25 Aprile 2024
La curva del contagio

Seconda ondata: c'è un segnale che fa ben sperare

"C’è un assestamento, ogni giorno ricoveriamo 20 pazienti e ne dimettiamo altrettanti," dice il professore Salvatore Badalamenti dell'Humanitas di Milano. Il numero di morti però è altissimo e Speranza avverte: "Non sarà un Natale come gli altri"

Il contagio sta iniziando a rallentare, ma non tanto velocemente quanto qualcuno sperasse. Ci vorranno settimane. Il professore Salvatore Badalamenti dell’istituto Clinico «Humanitas» di Milano, dove dirige il nuovo Internal Medicine Center, racconta al Corriere della Sera dei primi segnali positivi che si vedono in Lombardia, la Regione più colpita: "C’è un assestamento dei ricoveri che fa ben sperare: ogni giorno ricoveriamo 20 pazienti e ne dimettiamo altrettanti, a fronte dei 250 pazienti Covid ricoverati su un totale di 747 posti letto. Il segnale positivo c’è ed è la stabilizzazione delle intensive e delle sub- intensive: oggi i malati che hanno bisogno della rianimazione sono il 10% del totale, a marzo erano il 50%".

Seconda ondata: il numero di morti resta altissimo

Impossibile sorridere però quando ci sono così tanti morti. Ieri sono stati 731. Dall'inizio dell'emergenza sanitaria 8 mesi fa solo in 9 giorni nel periodo dal 21 marzo al 3 aprile si sono registrati più decessi. Il livello è altissimo. "Purtroppo queste morti - dice Badalamenti - sono dovute all’altrettanto elevato numero di contagi registrati nelle scorse settimane; non a caso in ospedale abbiamo certamente molti anziani ma anche giovani e persone di mezza età, queste ultime soprattutto nei letti di sub- intensiva".

La seconda ondata è molto diversa dalla prima: "Rispetto a mesi fa Covid- 19 è meno letale". Fare previsioni per adesso è impossibile. Letteralmente. "Non abbiamo ancora un segno meno davvero significativo, considerando tutti i dati a disposizione, ma resto comunque ottimista perché stiamo curando sempre meglio i nostri pazienti, con soluzioni molto mirate, ovviamente in attesa dei vaccini". Badalementi consiglia poi di mettersi nell'ottica che una terza ondata sia nell'ordine delle cose.

"Il comportamento dei virus come il Covid, basti pensare alla Spagnola, ci riserva una previsione scientifica: possiamo aspettarci fra febbraio e marzo una terza ondata, sia pure meno grave di questa".

Speranza: "Guardate i numeri, i sacrifici sono necessari"

"Guardate i numeri, i sacrifici sono necessari", ha detto il ministro della Salute Roberto Speranza commentando questi dati. Il ministro è intervenuto a Cartabianca su Rai3 e spiegando il perché dei tanti decessi ha sottolineato: "E' una situazione seria che non può essere assolutamente sottovalutata. Siamo di fronte ad una circolazione molto significativa del virus. Questo lo vediamo dal numero dei contagi e lo vediamo chiaramente con un po' di distanza anche nel numero dei decessi, che è che l'ultima cosa ad aumentare. I segnali delle ultime giornate sul piano dell'Rt, cioè dell'indice del contagio sono segnali che hanno indicato un primissimo elemento di contro-tendenza: nella passata settimana Rt era 1,7 ora è sceso a 1,4. Ma questo non basta dobbiamo portare al più presto Rt sotto la soglia di uno, e poi grazie a questo vedremo gradualmente una riduzione degli accessi al pronto soccorso, degli accessi in area medica, degli ingressi in terapia intensiva, e i decessi sono l'ultimo degli elementi a risentire di questo cambiamento. L'Rt è la prima cosa che cambia poi cambiano gli accessi negli ospedali, e poi da ultimo muta il numero di decessi".

Fonte: Corriere della Sera →
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