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Venerdì, 19 Aprile 2024

Lobby Nera: i contatti tra Lega ed estrema destra (spunta Mario Borghezio)

La seconda puntata dell'inchiesta di Fanpage Lobby nera racconta i legami del gruppo del "barone nero" con alcuni autorevoli esponenti della Lega. Dopo il servizio andato in onda una settimana fa la procura di Milano ha aperto un’inchiesta

Dopo Fratelli d’Italia, è la volta della Lega di Matteo Salvini. Si rivede un volto molto noto nel recente passato, soprattutto a Torino e Milano, come Mario Borghezio. L'ex parlamentare, ripreso dalle telecamere nascoste di Fanpage, spiega che "esista la terza Lega". Quella, cioè, estremista e più vicina ai movimenti neofascisti. "Aspettavo questo momento da decenni. Salvini è un debole, e ora è sotto tiro". La seconda parte dell’inchiesta di FanPage, trasmessa ieri a PiazzaPulita, su La7, mostra quel più o meno labile confinte tra i partiti guidati da Salvini e Giorgia Meloni e la galassia dell’ultradestra, rappresentata da Lealtà Azione.

"Con l'estrema destra di Milano non ho contatti, conosco Jonghi Lavarini da tempo, l'ho incontrato a Milano, durante la campagna elettorale, e mi ha solo dato un passaggio". Lo dice all'AdnKronos, Mario Borghezio, ex europarlamentare della Lega, finito al centro di una video-inchiesta di Fanpage, trasmessa questa sera da 'Piazzapulita' su La7, in cui si ipotizzano contatti tra il partito di Matteo Salvini e l'estrema destra legata al 'barone nero' Roberto Jonghi Lavarini.

Nel video Borghezio parla di una "terza Lega", con un riferimento che sembra all'estrema destra: "E' tutta una invenzione di Fanpage, sì, io ho parlato di terza Lega, ma non c'entra nulla con l'estrema destra, per me la terza Lega è la base, i militanti, a loro mi riferivo". Poi Borghezio punta il dito contro la testata che ha realizzato il servizio video: "E' molto grave che una testata faccia fare l'agente provocatore a un giornalista".

La seconda puntata dell'inchiesta di Fanpage

Si rivede Roberto Jonghi Lavarini, detto il "Barone nero", impegnato questa volta a organizzare incontri coi referenti locali del Carroccio, vicinissimi a Lealtà Azione, come il consigliere regionale Max Bastoni e la neo consigliera comunale Silvia Sardone, ma anche con l’eurodeputato Angelo Ciocca. Incontri che servono a raccogliere finanziamenti per la campagna elettorale e per presentare i candidati.

L'infiltrato di Fanpage grazie a Lavarini entra in contatto con i suoi interlocutori politici. Oltre al già citato Fidanza, ci sono tre nomi noti della Lega: l’eurodeputato Angelo Ciocca, l’ex collega a Strasburgo Mario Borghezio, e Massimiliano Bastoni, consigliere regionale lombardo. La tela che Jonghi Lavarini cuce per sostenere i due partiti sovranisti si baserebbe su questa strategia: portare voti alla politica e in cambio "collaborazione".

Nel servizio andato in onda ieri sera si parla quindi dei sostegni "elettorali" ai candidati della Lega: l’europarlamentare Angelo Ciocca sarebbe stato rieletto proprio grazie ai voti dei sostenitori di Lavarini. Ma voti arriverebbero anche da un movimento borderline chiamato Lealtà Azione, costola italiana della galassia Hammerskin, una formazione suprematista che promuove ideali neonazisti nota per aver compiuto violenze a sfondo razziale.

E siccome certi fidanzamenti non possono essere ostentati, per il leader dic"Lealtà Azione" la Lega avrebbe riservato un posto defilato di consigliere di zona, ma anche un contratto come portaborse a Bruxelles. "Sono tutti nazisti nelle segreterie", se la ride Jonghi Lavarini.

Ieri si è anche chiuso il cerchio con quanto successo nella prima. Jonghi Lavarini chiede al giornalista infiltrato i soldi con cui fare “black”, come aveva suggerito di fare l’eurodeputato di Fratelli d’Italia, Carlo Fidanza. E il trolley col denaro viene consegnato a un’anonima signora. Simbolicamente, dentro non ci sono banconote, ma libri apologetici sul nazifascismo.

"La dazione di denaro è la prova che l’accordo tra, da una parte, l’esponente storico della destra estrema milanese nonchè "portavoce" della cosiddetta "lobby nera" che ha sostenuto la candidata di FdI Chiara Valcepina alle ultime elezioni amministrative a Milano, e, dall’altra, il cronista infiltrato- finto imprenditore di Fanpage, alla fine sembra andare in porto - commenta oggi Palo Berizzi su Repubblica -  E che i soldi, dunque - come pattuito tra l’" imprenditore" e l’eurodeputato di FdI Carlo Fidanza - , c’erano e ci sono stati".

Dopo il servizio andato in onda una settimana fa la procura di Milano ha aperto un’inchiesta che vede indagati per finanziamento illecito e riciclaggio Carlo Fidanza e lo stesso Jonghi Lavarini. I pm Basilone e Polizzi hanno ascoltato come teste il giornalista 'infiltrato' che ha ricostruito tre anni di frequentazioni nel mondo della destra milanese. Oltre al finanziamento illecito e al riciclaggio contestati a Jonghi Lavarini e Carlo Fidanza, verifiche sono in corso anche su profili di apologia di fascismo. Nei giorni scorsi gli investigatori della Gdf hanno acquisito le registrazioni, ossia il materiale 'grezzo', di Fanpage da cui poi è stata tratta la prima parte dell'inchiesta. E proprio da quel filmato viene a galla un presunto sistema di "lavanderia", di cui parla Jonghi Lavarini, per pulire soldi versati in nero destinati alla campagna elettorale e usati anche per altre elezioni. E poi anche incontri con esplicite battute razziste, fasciste e sessiste e anche riferimenti al discorso di Hitler alla birreria di Monaco e saluti romani.

Già nel 2019 il progetto di Jonghi è chiaro: "Nella nuova Lega nazionalpopolare di Matteo Salvini ci deve essere spazio anche per noi – declama durante un incontro riservato con Ciocca – Vogliamo lavorare per la Lega". L’obiettivo del gruppo sarebbe stato quello di avvicinare il Carroccio nel momento della sua maggiore crescita di consenso. 

Giorgia Meloni prende posizione

Giorgia Meloni è andata oltre e in Tv, alla trasmissione ‘Dritto e rovescio' su Rete 4, ha scandito che dentro Fdi non "c'è spazio per atteggiamenti nostalgici del fascismo". "Fdi è un partito che guarda avanti. Chi vuole guardare indietro, è legittimo che lo faccia, ma lo vada a fare da un’altra parte... Purtroppo, io so che chi sbaglia su queste cose, finisce per lavorare con i nostri avversari. Non si aspetta altro…", ha detto Meloni

Fonte: Fanpage →
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