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Giovedì, 25 Aprile 2024

È reato segnalare autovelox e posti di blocco su WhatsApp: decine di persone nei guai

Un tempo si facevano "i fari", ovvero si dava un colpo di abbaglianti agli automobilisti che transitavano nella direzione opposta. Preistoria...

Per segnalare la presenza di autovelox e controlli della stradale un tempo si facevano "i fari", ovvero si dava un colpo di abbaglianti agli automobilisti che transitavano nella direzione opposta. Preistoria. A Canicattì (Agrigento) avevano creato un gruppo su WhatsApp per segnalare, attraverso una serie di messaggi, agli automobilisti la presenza di posti di blocco e di autovelox posizionati dalle forze dell'ordine. "Peccato" che non si possa fare. Ben 62 persone sono state denunciate dalla polizia per interruzione di pubblico servizio in concorso.

Alla loro identità si è risaliti dopo il ritrovamento di un telefono cellulare, il cui proprietario faceva parte del gruppo interessato ai messaggi. "Un sistema efficace che finiva per vanificare - affermano gli investigatori - il buon esito del controllo del territorio intrapreso. Da qui la contestazione dell'ipotesi di interruzione di pubblico servizio".

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Le indagini sono state lunghe e articolate. Sono soprattutto giovani - dai 30 ai 40 anni - le persone, di Canicattì e paesi limitrofi, ora nei guai. L'ipotesi di reato contestata è interruzione di pubblico servizio in concorso.

Il gruppo Whatsapp conteneva centinaia di iscritti. Gli indagati - secondo quanto sarebbe stato confermato dai poliziotti del commissariato di Canicattì, che sono stati coordinati dal vice questore Cesare Castelli, - avevano pubblicato nel gruppo le segnalazioni, con indicazione precise, su dove si trovavano le pattuglie.

Di fatto, avrebbero vanificato le attività di prevenzione e repressione dei reati, almeno nei confronti di quanti facevano parte di quel gruppo. 

Fonte: AgrigentoNotizie →
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