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Sabato, 20 Aprile 2024

Schianto in moto, giovane salvato: torna a casa dopo 4 mesi, 100 giorni in terapia intensiva e decine di interventi

Dalla Toscana arriva una bella storia di sanità pubblica: è stato un grande lavoro di squadra tra tanti professionisti e reparti diversi dell'Azienda ospedaliero-universitaria senese

E' stato un processo lungo, sono servite la competenza e la professionalità di decine di professionisti, oltre alla grande forza d'animo del giovane paziente. Dopo 4 mesi di degenza, 100 giorni in terapia intensiva e decine tra interventi chirurgici e procedure salvavita, è tornato a casa un ragazzo gravemente ferito a seguito di un incidente di moto.  E' stato un grande lavoro di squadra tra tanti professionisti e reparti diversi dell'Azienda ospedaliero-universitaria senese.

"Il giovane paziente è arrivato in ospedale in condizioni disperate - spiega il direttore sanitario, Roberto Gusinu - e solo la grande competenza e capacità dei nostri professionisti hanno consentito di raggiungere un risultato straordinario, che abbiamo deciso di raccontare anche per evidenziare quanto sia importante l'alta specializzazione unita alla capacità di fare squadra e alla presa in carico delle complicanze".

I fatti: il giovane paziente è arrivato al pronto soccorso dell'ospedale Santa Maria alle Scotte di Siena con un problema molto importante agli organi addominali: è stato stabilizzato dai professionisti dell'emergenza ed è stato preso subito in carico dall'équipe dell'Uoc Chirurgia Generale ed Epatobiliopancreatica, diretta dal dottor Marco Farsi. Successivamente è sopraggiunta un'embolia polmonare massiva in fase acuta post-trauma che è stata magistralmente risolta dal professor Eugenio Neri, responsabile Uosa Chirurgia dei Grossi Vasi.

Decine di interventi chirurgici dopo l'incidente: "Ora è a casa con la famiglia"

"Quando il paziente è andato in arresto cardiaco - spiega il professor Neri - è stato necessario intervenire in urgenza con procedura di circolazione extracorporea, con avanzati mezzi di perfusione ed un intervento per rimuovere l'embolo polmonare. È importante sottolineare che ogni professionista, in questo lungo percorso, ha svolto un ruolo fondamentale e abbiamo tutti collaborato fianco a fianco con grande tenacia per salvare la vita del giovane".

Il paziente ha avuto bisogno di ripetuti interventi di chirurgia epatica maggiore eseguiti con successo dal dottor Marco Farsi, direttore del Dipartimento di Scienze Chirurgiche. "Il paziente - aggiunge il dottor Farsi - è stato poi sottoposto a diverse altre procedure di chirurgia toracica, ortopedica, plastica e vascolare. Dovrà seguire un percorso riabilitativo importante e ci saranno altri interventi e trattamenti da fare, ma comunque è in via di guarigione ed è finalmente a casa con la sua famiglia. Questo per noi è il risultato più importante".

Numerose le figure professionali e i reparti che hanno seguito il paziente insieme alla Chirurgia generale ed epatobiliopancreatica e alla Chirurgia dei grossi vasi, tra cui Chirurgia toracica, Ortopedia ad indirizzo traumatologico, Dipartimento Cardio-Toraco-Vascolare, Anestesia e Rianimazione cardio-toraco-vascolare, Anestesia e Rianimazione Dea e dei Trapianti, Anestesia e Rianimazione perioperatoria, Chirurgia Vascolare, Radiologia interventistica, Chirurgia plastica, Gastroenterologia ed endoscopia operativa, Endoscopia Biliopancreatica ed ecoendoscopia, Radiologia diagnostica e Pronto Soccorso, oltre a tutto il personale di sala operatoria, perfusionisti, tecnici, infermieri, psicologi, fisioterapisti, biologi, farmacisti, operatori socio-sanitari e tutti i professionisti che si sono impegnati al massimo per questo importante traguardo. Una bella storia di sanità pubblica.

Fonte: Valdelsa.net →
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