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Martedì, 23 Aprile 2024

Simboli nazisti sul monumento alla Resistenza a Ravenna: secondo caso in pochi giorni

Prima la svastica disegnata sul sacrario di Camerlona, ora lo sfregio al monumento che commemora la strage del Ponte degli Allocchi, con insulti al presidente dell'Anpi regionale

Ignoti hanno imbrattato il monumento che ricorda la strage del 1944 del Ponte degli Allocchi a Ravenna, disegnandovi sopra il simbolo delle SS e una svastica. Sulla lapide, che commemora le dodici persone impiccate e fucilate in una rappresaglia nazifascista per attività legate alla lotta di liberazione, è stato scritto anche l'insulto "merde" ed è stato lasciato un messaggio, "Ciao Artioli", riferito ad Ivano Artioli, presidente dell'Anpi locale.

"Questo attacco non è indirizzato solo a me, ma a tutto l'Anpi e a tutto l'antifascismo ravennate, che in città è presente con un grande gruppo unito e deciso", è stata la replica di Artioli, che ha definito il gesto "un vero atto di crudeltà".

"Questo posto è per noi di Ravenna e della provincia un luogo dell'incontro: il 25 agosto di ogni anno teniamo una grande manifestazione cittadina che ripropone la brutalità del nazifascismo, e ci incontriamo proprio qui. Un posto molto significativo per la città e centrale per l'antifascismo", ha aggiunto Artioli.

Pochi giorni prima una svastica era stata disegnata su una lapide al sacrario di Camerlona, che ricorda i caduti della brigata Cremona che combatterono durante la Seconda guerra mondiale. In merito a eventuali collegamenti con l'atto vandalico di Camerlona, il presidente dell'Anpi di Ravenna ha commentato: "Sicuramente ci sono collegamenti per atti simili in tutta la provincia: mai come quest'anno i martiri della lotta di liberazione sono stati infangati. C'è da dire che non è un discorso che riguarda solo Ravenna, ma è il paese che purtroppo sta andando verso questa strada, se non l'Europa intera".

Il sindaco Michele de Pascale, insieme al vicesindaco Eugenio Fusignani, ha chiesto al Prefetto di convocare un tavolo urgente "per rispondere in maniera risoluta al gravissimo oltraggio al monumento del Ponte dei Martiri, uno dei simboli più importanti della memoria dell’intera nostra comunità, che si riconosce nei valori democratici, costituzionali e patriottici". Le attività di pulizia sono già in corso, ha confermato il primo cittadino, così come le indagini sull'accaduto.

imbrattato monumento caduti resistenza ravenna 2-2-2

Il monumento "Omaggio alla Resistenza"

Il complesso monumentale 'Omaggio alla Resistenza' realizzato da Giò Pomodoro nel 1980 ricorda uno dei fatti più tragici vissuti dalla città di Ravenna. Il 18 agosto 1944 il giovane gappista Umberto Ricci, soprannominato Napoleone, aveva atteso su quel ponte il passaggio di Leonida Bedeschi, un feroce brigatista nero soprannominato "Cattiveria". Doveva essere solo un appostamento per riconoscerlo, ma poi Ricci gli aveva sparato uccidendolo. Mentre si allontanava in bicicletta fu raggiunto per caso da un'auto con tre tedeschi a bordo che poterono immaginare l'accaduto. Catturato e consegnato alla Brigata Nera “Ettore Muti”, fu inutilmente torturato per una settimana, per estorcergli i nomi dei compagni del Gap.

Il 24 agosto i vertici e gli esecutori più in vista della B.N decisero la rappresaglia: dalle carceri furono prelevati altri antifascisti, precedentemente arrestati come il professor Mario Montanari, un giovane rappresentante dell'Azione Cattolica che aveva aderito al Partito d'Azione e faceva parte della delegazione militare del Cln, Lina Vacchi, l'operaia che aveva più volte guidato gli scioperi di quell'anno alla Callegari e per questo si era esposta fino all'arresto; Aristodemo Sangiorgi e Pietro Zotti collaboratori della stampa clandestina, Michele Pascoli, barbiere e dirigente del Pci clandestino a Ravenna, Domenico Di Janni, Augusto Graziani, Raniero Ranieri, Valsano Sirilli e Giordano Valicelli.

All'alba del 25 agosto furono condotti sul Ponte degli Allocchi, presso una delle porte della città che dava sulla campagna, per essere fucilati. Montanari riuscì a sfuggire alla custodia dei carcerieri, ma fu raggiunto da una raffica di mitra a poche centinaia di metri. Dopo le prime dieci fucilazioni, a Umberto Ricci e Natalina Vacchi fu riservata l'impiccagione, che entrambi affrontarono con sprezzante coraggio. Al primo fu conferita la medaglia d'Argento al Valore militare e alla seconda la medaglia di Bronzo. Due messaggi di Ricci alla madre, scritti a matita con mano incerta e usciti miracolosamente dal carcere, sono stati pubblicati fra le Lettere di condannati a morte della Resistenza italiana fin dal 1952. L'area memoriale è dedicata anche agli 87.000 combattenti delle Forze Armate nella guerra di Liberazione.

Fonte: RavennaToday →
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