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Mercoledì, 24 Aprile 2024

La città in cui le slot machine sono un'emergenza sociale: "Anziani, minori: giocano tutti"

Il Fatto Quotidiano, in un articolo di Eleonora Bianchini, racconta il caso-Pavia: "Giocano tutti, di qualsiasi età e professione. Donne, uomini, pensionati, imprenditrici, carabinieri, banchieri"

L'hanno già definita la Las Vegas d'Italia. E' Pavia, placida cittadina lombarda in cui la spesa procapite per il gioco ammonta a 3.000 euro, contro i 1.200 della media nazionale.

Il problema è che le slot machine in questa città sono diventate un'emergenza sociale: "Questo è un posto di merda, andate via. E' lo Stato che ci riduce così", dice qualche gocatore. C'è chi non regge e tenta il suicidio.

Il Fatto Quotidiano, in un articolo di Eleonora Bianchini, racconta il caso-Pavia. Quello di Pavia è un record che, secondo l'Agenzia giornalistica sul mercato del gioco mette Pavia di gran lunga davanti alle seconde classificate Como, Teramo e Rimini. Qui c'è una slot ogni 104 abitanti.

Simone Feder, psicologo della Casa del giovane di Pavia e fondatore del Movimento No Slot, contro il gioco d’azzardo, racconta al Fatto: "Giocano tutti, di qualsiasi età e professione. Donne, uomini, pensionati, imprenditrici, carabinieri, banchieri. Entrare in sala ed essere circondati da una varietà di genere ed estrazione sociale ricrea la normalità che il giocatore cerca per giustificarsi. Ed è pericolosa”.

Qui, come in altre città italiane, ci sono famiglie che hanno perso tutto al gioco: casa, lavoro.

Un operatore della casa del giovane dice a Eleonora Bianchini: "Ci sono anziani che non hanno mai avuto vizi e che iniziano a giocare. Ricordo uno psicologo che, per evitare danni maggiori, accompagnava una signora a giocare perché lei non spendesse più di cento euro. A Pavia, appena ritirano la pensione, vedi le slot imballate di gente". E' una spirale drammatica, che porta anche  alcuni giocatori a indebitarsi con gli usurai.

Le slot ormai non sono soltanto nei bar e in tabaccheria, “perché le trovi anche in latteria, in erboristeria, dal benzinaio“. Feder ha avviato la campagna No Slot, affinché i baristi lasciano il gioco d’azzardo fuori dalla porta. Un obiettivo per il quale il Comune di Pavia ha stanziato 20mila euro, mille a testa per chi toglie gli apparecchi dal locale. Una cifra che, però, “per molti esercenti è bassa – dice Feder.

Lo psicologo spiega che il problema riguarda anche i minori.

"Tra i minori e le macchine non c’è nessuna distanza. Sono al bar, in tabaccheria, nei centri commerciali”. Non solo: i suoni e i colori ”ricalcano apposta quelli dei videogame e playstation“. Così aumenta anche il rischio per gli adolescenti. E “anche se dicono di avere meno di 18 anni, entrano nelle sale giochi senza problemi. Ci sono papà che prendono in braccio i figli piccoli per fargli spingere i pulsanti”

Fonte: Il Fatto Quotidiano →
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