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Giovedì, 28 Marzo 2024

Rovinato dalle slot, poi la rinascita: "Spendevo 1000 euro al giorno, può succedere a tutti"

Ha trovato la forza di rialzarsi, grazie all'aiuto della Caritas. E ora Giuseppe (nome di fantasia) racconta a ParmaToday la sua storia, nella speranza che possa essere un appiglio, una luce in fondo al tunnel per coloro cui la ludopatia ha devastato l'esistenza

Le slot gli avevano tolto tutto. Ha trovato la forza di rialzarsi, grazie all'aiuto della Caritas. E ora racconta a ParmaToday la sua storia, nella speranza che possa essere un appiglio, una luce in fondo al tunnel per coloro cui la ludopatia ha devastato l'esistenza. 

"Spendevo anche 1.000 euro al giorno" ricorda Giuseppe (non è il suo vero nome, per ovvie ragioni di privacy). Ha il pensiero fisso "che possano fare tutti quello che ho fatto io, anche i bambini”. Ha ancora stampate nel cervelle "le luci e il suono" delle macchinette. Tutto è iniziato "entrando in un bar. Quando scegli di comprare sigarette e caffè e decidi di investire il resto nel video poker. La prima volta ho vinto 150 euro ed è lì che ho cominciato a perderne tantissimi altri. Quando vai in cerca di soldi facili non fai mai la cosa giusta”. 

Perde tutto allo slot machine: la coraggiosa testimonianza

Giocare alle slot vuol dire perdere soldi. E poi perderne ancora. E infine perdere la dignità: "Vivevo nella menzogna, sono andato in giro dappertutto a chiedere soldi: ad amici, familiari. Ho cominciato nel 2006 a giocare, nel 2008 sono andato all’estero anche per allontanarmi da questo problema. Nel 2011 ho avuto una ricaduta, traumatica perche da quì ho perso la mia famiglia, in particolare mia moglie a causa del gioco.  I figli - che non mi hanno mai abbandonato- mi hanno aiutato nel recupero. Le cose sono andate peggiorando però, nel 2015 ho perso il lavoro, facevo il geometra e mi occupavo di cantieri edili. Guadagnavo bene. La mia fortuna è che mi sono indebitato senza ricorrere all’usura o quant’altro. Il mio debito ammontava a 10-12 mila euro. Ho distrutto un bel po’ di stipendio. In un giorno sono arrivato a spendere 5-600 euro, quello che avevo in tasca lo spendevo tutto. Quando finivano cominciavi a non sapere dove andare. Era una fase di astinenza, molto dura, quasi impossibile da vivere. Si innesca un meccanismo chimico nel cervello che va alla ricerca di quella emozione che ti dava il gioco”. 

Quando è finito a vivere in auto, il Sert lo ha indirizzato a dormitorio della Caritas: "Da lì è cominciato il mio percorso di recupero. Posso dire di avercela fatta grazie anche ai miei figli che non mi hanno mai abbandonato. Mia madre e mia sorella che abitano in Sicilia hanno continuato a starmi vicino. E continuano ancora”. 

Cosa le resta di questa brutta storia?

“Quello che mi rimane è questo: un giorno avevo mille euro per pagare un fornitore. Quei soldi non gli sono mai arrivati. Li ho spesi per giocare: mi rimarrà a vita. Quando dormivo in macchina ho pensato più di una volta di farla finita. Ma non ho avuto il coraggio. Ne parlo adesso anche in qualche scuola".

Fonte: ParmaToday →
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