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Giovedì, 28 Marzo 2024

Teresa e Trifone, i deliranti sms di Rosaria a Giosuè: "Si fingeva pazza"

Rosaria Patrone avrebbe inviato una lunga serie di "sms deliranti" a Giosuè Ruotolo, per fingere una "pazzia" a coprire le molestie via Facebook nei confronti dei fidanzati uccisi. Gli sms terminano di colpo il giorno prima del terribile delitto

Emergono nuovi particolari sulle indagini che in questi mesi gli inquirenti hanno portato avanti nel tentativo di fare piena luce sull'omicidio a Pordenone di Trifone Ragone e Teresa Costanza. Rosaria Patrone avrebbe inviato una lunga serie di "sms deliranti" a Giosuè Ruotolo, per fingere una "pazzia" a coprire le molestie via Facebook nei confronti dei fidanzati uccisi. Gli sms terminano di colpo il giorno prima del terribile delitto. 

E' quanto scrive il Gip di Pordenone Alberto Rossi nell'ordinanza in cui ha disposto le misure cautelari nei confronti della coppia. La vicenda è ancora ricca di punti oscuri.

Una "inquietante attività di simulazione - scrive il giudice - con palesi rappresentazioni artefatte e di contenuto delirante attuata dalla Patrone, a riprova della elevata criticità comportamentale caratterizzante la relazione tra i due soggetti". 

Sms senza senso, deliranti, una messinscena che dopo la morte di Teresa e Trifone poteva terminare non essendoci più pericolo di denuncia da parte di Ragone, e quindi il rischio che un'eventuale indagine ponesse fine alla carriera di Ruotolo nella Finanza.

Rosaria Patrone, scrive PordenoneOggi, fingendo di essere la propria madre, la sorella o il proprio avvocato, avverte Giosuè di aver subito emorragie cerebrali, ematomi al cervello, ricoveri in coma, arresti cardiaci, morbo di Parkinson, ricoveri in rianimazione, emorragie interne, perfino la morte e il ricovero in obitorio.

La traccia dei messaggi inizia nel novembre 2014, il periodo in cui si presume possa essere avvenuta la lite tra Trifone e Giosuè scaturita dalla scoperta del profilo Facebook con cui Ruotolo molestava Teresa Costanza, e cessa improvvisamente e totalmente dopo il 17 marzo 2015, «ad evidenziare - scrive il Gip - l'immediata e profonda cesura che da tale giorno si è verificata nella relazione tra i due e la logica connessa conoscenza da parte della Patrone delle circostanze tali da determinarla». [...]  La Patrone recitava per gli inquirenti la parte della «pazza», così da essere eventualmente scusata in caso di aperture di un fascicolo di indagine, pronta ad assumersi tutta la colpa dello stalking. 

Fonte: PordenoneOggi →
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