I volti dei soldati prima, durante e dopo la guerra
Come cambiano i volti e le espressioni di chi affronta la guerra. Al 20 per cento dei soldati americani di ritorno dall’Iraq viene diagnosticata la sindrome dello stress post-traumatico (PSTD) eppure molti di loro ora vogliono tornare lì
Al 20 per cento dei soldati americani di ritorno dall’Iraq viene diagnosticata la sindrome dello stress post-traumatico (PSTD). Una serie di fotografie pubblicate su The Post Internazionale mette a confronto il loro “prima, durante e dopo”, le loro espressioni immortalate nei tre diversi momenti importanti della loro vita. Negli occhi, lo sguardo di chi ha visto tutto.
Eppure sono in molti a voler tornare lì: non riescono a stare a casa e a guardare le immagini dell’Isis che avanza in Iraq, con le armi americane in pugno (quelle lasciate dall’esercito dopo il ritiro delle truppe nel 2011). Per quel milione e mezzo di soldati che dal 2008 al 2011 è stato impegnato in Iraq, quelle immagini sono il simbolo stesso del fallimento dell’operazione “Iraqi Freedom”.
"È normale che vogliano tornare ora, sentono che il lavoro nel Paese non è finito”, ha raccontato Kevin Reeder, direttore del programma per la cura e lo studio del PTSD in Arkansas presso il dipartimento dei veterani, spiegando poi che il nuovo conflitto iracheno rischia di essere una bomba a orologeria per qualcuno tra i suoi pazienti. “Alcuni di loro sentono che gli sforzi, gli anni passati lontani dalla famiglia, sono stati inutili e questo li fa soffrire enormemente”.
Solo nel 2014 ben 54mila soldati hanno deciso di non congedarsi, ricorda The Post Internazionale. Una volta lasciato l’esercito, però, ritornare è molto difficile e con i tagli del Pentagono è pressoché impossibile. L prima conseguenza è un mercato rigoglioso di compagnie militari private che assumono ex militari.