Spaccatura nei Cinque Stelle? "Siamo dieci parlamentari pronti a andarcene"
"Siamo in dieci, pronti ad andarcene", dice un parlamentare. A meno che non si allenti la stretta di Grillo e Casaleggio, uno sparuto drappello di 5 Stelle è pronto a formare un gruppo separato
L'ultima tornata elettorale ha lasciato strasichi all'interno del Movimento Cinque Stelle. "Siamo in dieci, pronti ad andarcene", dice un parlamentare.
A meno che non si allenti la stretta di Grillo e Casaleggio, uno sparuto drappello di 5 Stelle è pronto già ora a formare un gruppo separato. Un primo momento decisivo potrebbe essere la nomina del nuovo capogruppo al Senato, che prenderà il posto di Vito Crimi.
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Crimi nega ai suoi il diritto di parlare di "strategie politiche e alleanze". Se la linea dura non si ammorbidirà, un gruppo di senatori ha deciso per l'addio.
Si cerca una via d'uscita. E necessariamente le soluzioni frantumano certezze poco flessibili rispetto alla realtà: il dogma del «tutti in Parlamento sempre» viene messo in discussione, tra gli altri, da Serenella Fucksia e Bartolomeo Pepe. Un senatore la chiama «settimana corta»: «Se siamo andati male è perché ci siamo dimenticati del territorio. Perdiamo troppo tempo a Roma in assemblee inutili. Il lunedì e il venerdì è meglio stare a casa, con i nostri elettori»
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Walter Rizzetto, che tra i deputati Cinque Stelle è uno dei più diretti nell'affrontare la srampa, dice: "Non sono d'accordo con Grillo, non è colpa degli elettori. Dobbiamo riflettere. L'astensionismo è un dato sconfortante".
Matteo Incerti, Comunicazione del Senato, elenca i ballottaggi dei 5 Stelle: «Pomezia (Roma), Martellago (Venezia) e Assemini (Cagliari)». Bastano? No di certo. E allora si prepara lo sbarco in tv, con cautela.