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Giovedì, 25 Aprile 2024

Pensioni, sparisce il comma che cancellava il tetto per i vitalizi d'oro

Via al tetto sulle pensioni alte. Per l'Inps questo porterà a un buco di 2,5 miliardi da qui al 2024

Con un abile gioco di prestigio, è sparito il comma che stabiliva che la pensione non poteva superare l'80 per cento dell'ultimo stipendio.

L'Inps si chiede dove sia finito e perché, precisando che senza quel tetto lo Stato rischia di perdere due milioni quest'anno e sempre di più in prospettiva futura, come ricostruito sul Corriere da Gian Antonio Stella.

Tutto ebbe inizio con la riforma Fornero, con l'articolo 24 della legge 214 del 2011 stabiliva che dal primo gennaio 2012 anche i nuovi contributi dei dipendenti che avevano costruito la loro pensione con vecchio sistema retributivo (con già più di 18 anni di anzianità al momento della riforma Dini del 1995), dovevano essere calcolati con il contributivo.

Spiega Stella: 

Proviamo a tradurlo senza entrare nei tecnicismi: quelli che potevano andarsene con il vitalizio più alto (40 anni di contributi) ma restavano in servizio potevano sì incrementare ancora la futura pensione (più soldi guadagni più soldi versi di contributi quindi più alta è la rendita: ovvio) ma non sfondare l’unico argine che esisteva per le pensioni costruite col vecchio sistema: l’80 per cento dell’ultimo stipendio. Poteva pure essere una pensione stratosferica, ma l’80 per cento della media delle ultime buste paga non poteva superarlo. 
Quelle quattro righe della «clausola di salvaguardia» che doveva mantenere l’argine, però, sparirono. E senza quell’argine, i fortunati di cui dicevamo possono ora aggiungere, restando in servizio con stipendi sempre più alti, di anno in anno, nuovi incrementi: più 2 per cento, più 2 per cento, più 2 per cento... (...) Per tradurlo in cifre: il signor Tizio Caio che già potrebbe andare in pensione con 33.937 euro al mese potrà riceverne invece, grazie a questa «quota D», 36.318

Stella pubblica sul Corriere una tabella riservata fornita al governo dai vertici dell'Inps, secondo la quale "160mila persone circa potranno godere sia dei vantaggi del vecchio sistema retributivo sia di quelli del 'nuovo sistema contributivo". Tutto questo causerà un buco di 2 milioni quest'anno, 11 l'anno prossimo, 44 fra due anni, 93 fra quattro, per poi arrivare fra nove anni a una "voragine" di 493 milioni di euro, "per un totale complessivo, come dicevamo, di oltre due miliardi e mezzo da qui al 2024". 

Fonte: Corriere della Sera →
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