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Sabato, 20 Aprile 2024

"La mia vita da finto prete in Vaticano per fare la spia"

Tomasz Turowski, ex maggiore dei servizi segreti polacchi, si racconta al settimanale Panorama: "Anche oggi in Vaticano ci sono alcune talpe. Una ha lavorato fino a poco tempo fa per Papa Francesco"

“Ai miei tempi c’erano tante spie in Vaticano; una di queste, il cui nome in codice era Russo, ha lavorato fino a poco tempo fa per Papa Francesco”. A parlare in un'intervista esclusiva a Panorama è Tomasz Turowski, 68 anni, ex maggiore dei servizi segreti polacchi entrato in Vaticano sotto copertura come novizio gesuita.

Turowski era infiltrato nei gesuiti ed era arrivato a spiare Papa Wojtyla.

La mia missione iniziale era ottenere documenti top secret della Nato. Mi mandarono a Roma, ci rimasi dal 1977 al 1980. Il mio nome in codice era Dzierzon, cioè “colui che tiene in pugno qualcosa con sicurezza”. E il mio codice di rapporti era 10682.

Nel 1978 Karol Wojtyla fu eletto Papa. La missione dello 007 cambiò. "Le autorità polacche erano interessate ai piani “politici” del Papa e alla sua sicurezza. Non volevano ucciderlo, volevano garantire la sua incolumità perché i segretari del partito comunista sapevano che se fosse successo qualcosa al Papa, i primi sospettati sarebbero stati loro. Ho quindi ricevuto l’ordine di passare ai responsabili del Vaticano informazioni sulle falle nella sicurezza di Wojtyla".

Nell'intervista al settimanale, Turowski menziona altre spie presenti con lui in Vaticano: parla di agenti cinesi, alcuni della Cia, "e sospetto ce ne fossero anche italiani". 

Fonte: Panorama →
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