rotate-mobile
Venerdì, 19 Aprile 2024

Stamina, le Iene: "Chiediamo scusa a chi si è convinto che il metodo funzioni"

Dopo le accuse da parte dei tre scienziati Davide Parenti si difende con una lettera a La Stampa: "La nostra unica colpa è esserci appassionati a storie di gravi malattie

"Caro Direttore, sul caso Stamina, da ieri, da una piccola parte del mondo scientifico italiano, da tre scienziati, è finalmente arrivata un’inconfutabile certezza: è tutta colpa de Le Iene. Da intimidire, processare e condannare, mandare al rogo, e a cui togliere, con buona pace delle regole dello Stato di Diritto, qualsiasi libertà di stampa". 
 
Inizia così, con un tono tra il sarcastico e il rammaricato, la lettera con la quale la mente delle Iene, Davide Parenti, difende l'operato della sua trasmissione tv. Ma stiamo parlando di una "Iena" e dopo poche righe il tono non può che diventare duro, diretto. Un contrattacco vero e proprio.

"Dopo il blocco dei trattamenti avvenuto a maggio 2012 a seguito dell’ispezione dei Nas e dell’Aifa, i giudici del lavoro di diverse città d’Italia hanno deciso di superare tale blocco ordinando all’ospedale di Brescia di somministrare le infusioni con il metodo Stamina. È vero? Sì, è proprio così. Ma non ci distraiamo, è tutta colpa de Le Iene".

E così, al cospetto di quelle che Parenti definisce "le violente accuse" della scienzata Elena Cattaneo "qualcuno potrebbe provare a osservare timidamente che fino a quel momento Le Iene non si erano ancora mai occupate di questa pasticciata storia della sanità pubblica, iniziata in un ospedale pubblico a Brescia nel 2011". 

Ma non importa, non è il caso di essere troppo scientifici: ribadiamo e andiamo avanti, è tutta colpa de Le Iene. In totale circa 600 giudici, tra prima fase (decisa da un giudice) e fase di reclamo (decisa da tre giudici), ordinano di procedere con le infusioni Stamina all’ospedale. È mai possibile? Sì è proprio così. La magistratura giudicante è un organo indipendente dello Stato, ma non importa: sicuramente è colpa de Le Iene. Il Consiglio dei ministri e il ministro della Salute Renato Balduzzi, a marzo 2013 fissano in un decreto il principio etico della continuità terapeutica, per cui chi ha iniziato un trattamento sanitario in un ospedale pubblico, non avendo avuto alcun effetto collaterale, può continuare. È accaduto anche questo? Sì, pazienza: ma non scherziamo, è tutta colpa de Le Iene. Il Parlamento sovrano, essendo 36 le famiglie trattate e altre circa 170 in lista d’attesa, vota una legge che prevede di sperimentare il tanto denigrato metodo Stamina. È successo? Senza dubbio. Ma naturalmente è tutta colpa de Le Iene.  

L'attacco sul merito si sposta poi sul piano personale, con la senatrice a vita Cattaneo attaccata per non essersi mai presentata davanti alle telecamere de Le Iene, anche se più volte invitata, "per spiegare le ragioni per cui era sbagliato farsi carico del dolore e delle richieste di aiuto di famiglie già provate da inguaribili malattie, e a cui la medicina oggi non offre alcuna possibilità terapeutica sperimentata".

Quindi le scuse. Chiare ma al tempo stesso polemiche:

Se colpe abbiamo, una è quella di esserci affezionati, appassionati, alle storie di famiglie straordinarie, che si sono sentite abbandonate alle loro spietate e incurabili malattie. Per un bizzarro rincorrersi di fatalità e responsabilità, lo Stato ha creato un pasticcio incredibile: da un lato prima autorizza le famiglie ad essere trattate, dall’altro invece blocca i trattamenti e dall’altro ancora con i giudici poi ordina che invece proseguano. Sempre lo Stato da un lato fa una legge per sperimentare il metodo, dall’altra dice con una commissione scientifica che il metodo non va sperimentato, dall’altra ancora dice che chi ha detto che il metodo non andava sperimentato l’ha fatto in modo illegittimo, «non essendo stata garantita l’obiettività e l’imparzialità del giudizio».

Per Parenti "pensare che si risolva questo pasticcio facendo partire il linciaggio del capro espiatorio de Le Iene è veramente il colmo! La lettera dei tre scienziati in diverse parti fa una ricostruzione falsa del nostro lavoro e facilmente contestabile. Una per tutte: gli scienziati lasciano intendere che chi ha pagato decine migliaia di euro a Vannoni negli anni 2008-2009 lo abbia fatto dopo aver visto i servizi dedicati dal nostro programma al caso Stamina, peccato che abbiamo iniziato ad occuparci della vicenda meno di un anno fa, nel febbraio 2013, mentre i casi contestati dalla magistratura sono di diversi anni prima". 

Fonte: La Stampa →
Si parla di

In Evidenza

Potrebbe interessarti

Stamina, le Iene: "Chiediamo scusa a chi si è convinto che il metodo funzioni"

Today è in caricamento