Morì dopo l'arresto, in appello il caso di Stefano Brunetti: chiesti 10 anni per due poliziotti
L'uomo era morto nel 2008 a seguito di un tentativo di furto in un garage di Anzio, provincia di Roma. In primo grado gli agenti erano stati assolti "per non aver commesso il fatto"
Una richiesta di condanna in appello: dieci anni per due dei quattro agenti di polizia che ebbero in custodia Stefano Brunetti, il 43enne arrestato per furto e lesioni l'8 settembre 2008 ad Anzio (provincia di Roma) e morto il giorno dopo nell'ospedale di Velletri. Il procuratore generale Francesco Mollage ha chiesto dieci anni di reclusione per Salvatore Lupoli e alessio Sparacino, mentre per gli altri due poliziotti coinvolti nelle indagini, Daniele Bruno e Massimo Cocuzza, è stato chiesto un anno per il reato di falso sul verbale di arresto. Il pg ha ribaltato quanto era stato stabilito durante il primo grando del processo: i quattro agenti vennero assolti "per non aver commesso il fatto" e "perché il fatto non sussiste". Ora però ci sarebbero le prove che dimostrano che non sarebbe andata così.
LA STORIA - Stefano Brunetti era stato arrestato dopo un tentativo di furto in un garage di Anzio. Secondo la ricostruzione, Brunetti ha prima aggredito il proprietario che lo aveva sorpreso e poi gli agenti accorsi sul posto. Infine l'arresto e il viaggio di Brunetti prima in commissariato, dove è stato necessario l'intervento della guardia medica per sedarlo, e infine in carcere. Il mattino seguente l'uomo è stato portato all'ospedale di Velletri dove è morto dopo poche ore raccontando ai medici di essere stato picchiato dagli agenti. In primo grado i poliziotti che lo ebbero in custodia furono assolti. I giudici accolsero la tesi della difesa secondo cui il pestaggio che ne ha provocato il decesso non sarebbe mai esistito. Per loro Brunetti era morto a causa di atti di autolesionismo. Ora il pg Mollace chiede di ribaltare quella sentenza.
