Profugo suicida nel Canal Grande: "Nessuno si è tuffato in acqua per salvarlo"
La tragedia di Venezia continua a fare discutere. Domenica pomeriggio un profugo si è suicidato buttandosi nel Canal Grande dalla banchina all’altezza del ponte degli Scalzi. Si chiamava Pateh Sabally e aveva 22 anni
Nessuno si è lanciato in acqua per provare a salvarlo. La tragedia di Venezia continua a fare discutere. Domenica pomeriggio un profugo si è suicidato buttandosi nel Canal Grande dalla banchina all’altezza del ponte degli Scalzi. Si chiamava Pateh Sabally, aveva 22 anni e viveva in Italia grazie a un permesso di soggiorno per motivi umanitari, ottenuto dopo essere fuggito dal Gambia.
Sembra che da poco gli fosse stato revocato il permesso di soggiorno. La vicenda, comunque, non è stata ancora ricostruita completamente dalla polizia che si sta occupando del caso. Aveva preso il treno da Milano, e verso le 15.30 era arrivato a Venezia e lì aveva lasciato il suo zaino sulla sponda del Canal Grande.
Subito dopo ha compiuto il gesto estremo: si è gettato in acqua ed è morto mentre turisti e passanti hanno cercato di salvarlo gettandogli dei salvagenti da un vaporetto che passava in quel punto. Tutto inutile, Pateh ha rifiutato l’aiuto, lasciandosi annegare nelle acque veneziane. I sommozzatori hanno recuperato il suo corpo un’ora dopo.
Spettatori divisi domenica pomeriggio su quella riva, lettori altrettanto divisi, dopo aver visto il video, nei commenti sul sito internet del Gazzettino:
«Mio Dio nessuno è intervenuto - scrive un lettore - anche con la forza si doveva tirarlo fuori! Si è persa completamente l'umanità! ... fosse stato bianco qualcuno si sarebbe buttato?»