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Sabato, 20 Aprile 2024

Tari, così nella Manovra 2018 il Governo ha nascosto il via libera agli aumenti

Stangate in vista per il prossimo anno: nel disegno di legge di bilancio 2018 una frase ambigua è il preludio per l'aumento delle tasse e ciò avverrà con uno dei più odiati balzelli che gravano su commercianti e cittadini

La manovra di bilancio 2018 presentata dal Governo al Senato ha escluso dal blocco dell'aumenti dei tributi comunali la tassa sui rifiuti e per l'occupazione di spazi pubblici. In sostanza, se da un lato il testo dispone l'estensione al 2018 del blocco dei tributi comunali, dall'altro lato si specifica l'espressa eccezione della Tari appunto, che non ha alcun vincolo. Gli italiani sono avvisati dunque: dal 2018 gli aumenti dell'imposta sono altamente probabili. 

La frase è questa: "La sospensione di cui al primo periodo non si applica alla tassa sui rifiuti di cui all'articolo 1, comma 639, della legge 27 dicembre 2013, n. 147". l riferimento è alla Tari, uno dei più odiati balzelli che gravano su commercianti e cittadini. Difficile pensare che i Comuni per far cassa non decidano di sfruttare l'occasione. 

Come se non bastasse, poi, la stessa libertà di manovra concessa ai Comuni per la Tari varrà anche per il canone per l'occupazione di spazi e aree pubbliche

Inoltre come chiarisce Domenico Ferrara su Il Giornale nello schema legislativo, non è più prevista la deroga sui coefficienti di produttività dei rifiuti.

Ciò comporterà una diversa determinazione delle tariffe col rischio di rincari imprevisti per alcune categorie di attività economiche e famiglie oltre che di potenziali scoperture sul bilancio di previsione dei Comuni. Ancora una volta a rischiare il salasso più grande saranno le famiglie più numerose e i commercianti, in particolare coloro che producono maggiori quantità di immondizia come ristoranti, pizzerie, fiorai, fruttivendoli, pescherie e via dicendo.

Tasse, i calcoli sbagliati dei Comuni: possibili ricorsi

A riprova del caos generato dalla Tari si aggiungono poi gli errori perpetrati da diversi Comuni sul calcolo delle tariffe. La nota del Ministero dell'Econmia del 19 ottobre scorso ha chiarito che la "quota variabile" della Tari (cioè quella relativa al numero dei componenti di una famiglia) va calcolata soltanto una volta per le abitazioni con pertinenze. Invece per anni centinaia di amministrazioni hanno replicato il conteggio per garage, cantine e solai, moltiplicando il costo delle bollette. E così c'è chi si è trovato a pagare quasi il doppio rispetto al dovuto.

Ora il ministero dell'Economia ha aperto la strada a migliaia di ricorsi, ma non si sa se e quando gli italiani avranno indietro il maltolto.

Fonte: Il Giornale →
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