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Martedì, 23 Aprile 2024

Nicole, l'ultima agghiacciante telefonata al 118: "Se è morta disdico il posto"

Sono state pubblicate dal Corriere della Sera le registrazioni audio del 118: "conversazioni fatte di cinismo, sciatteria, indolenza"

La piccola Nicole è morta tre ore dopo il parto, senza che si trovasse un posto di terapia intensiva in quattro ospedali di Catania, e in questi giorni si continua a indagare sulla negligenza dei medici. Sono state pubblicate dal Corriere della Sera le registrazioni audio del 118: emerge una freddezza che colpisce, "conversazioni fatte di cinismo, sciatteria, indolenza".

La prima telefonata alla 1.37 quando il pediatra Antonio Di Pasquale, dalla casa di cura Gibiino, fa la prima telefonata al 118 per lanciare l’allarme: a rispondere una voce assonnata, che pronuncia frasi di routine. "Non c'è posto", confusione tra ospedali di varie città, tempo prezioso che va in fumo.

Un dramma che si conclude purtroppo con la telefonata delle 3.47, quando dall’ambulanza diretta a Ragusa, con Nicole appena morta, il pediatra dice: "Se avessimo trovato un posto a Catania, forse questo si sarebbe potuto evitare". E l’Operatore 81: "Dottore, potrebbe essere. Ma dov’è la nostra colpa? Mi faccia capire... Se è morta, devo disdire il posto a Ragusa?".

Di Pasquale: "Il bambino è gravissimo, intubato».
Operatore 81: "Cannizzaro, Santo Bambino e Garibaldi non c’è posto. Siracusa nemmeno. Solo Ragusa".
Di Pasquale: "È intubato. Una cosa grave. Non può andare a Ragusa. È necessario trovare un posto".
Operatore 118: "Allora! Ho fatto una ricerca, l’unico posto è a Ragusa".
Di Pasquale: "No, non possiamo portarlo a Ragusa un bambino così. Non è possibile, si deve portare a cinque minuti... Bisogna fare una forzatura, sono cose che succedono ogni due anni".
Operatore 81: "Io non lo posso fare".
Di Pasquale: "Va bene...".
Operatore 81: "Se vuole le do il numero di Ragusa...".
Di Pasquale: "No. Allora devo forzare con il Policlinico".

Quello che emerge è un quadro allucinante:

Con qualche collega prova a insistere, ma gli dicono di no. E invece di farla quella «forzatura», Di Pasquale parte per Ragusa con la piccola su una ambulanza privata. E «sbattendo il portellone in faccia a mio figlio», racconta il nonno di Nicole: «Così ci siamo messi in macchina a inseguirli. Un giro “turistico”. Con l’autista che sbagliava strada. Si sono perfino fermati a chiedere informazioni al netturbino di un autocompattatore. Poi, a mezz’ora da Ragusa, l’ambulanza rallenta e chiedo le condizioni della bambina a Di Pasquale: “Gravissima”. E io: che vuol dire gravissima? “È morta”».

Fonte: Corriere della Sera →
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