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Giovedì, 25 Aprile 2024

Porno, calcio e scommesse online: lo scandalo dei telefonini di Stato

Un danno di quasi 8 milioni di euro: l'inchiesta di Fabio Tonacci su Repubblica

Ben 840 abbonamenti a "SexyLand", 630 al servizio "Dillo alle Stelle" e dodicimila alla "Serie A Tim". Sono i numeri di un'inchiesta parlamentare sul traffico di oltre 400mila sim card date in dotazione a dipendenti della pubblica amministrazione. Telefoni di Stato utilizzati per chiamate molto poco istituzionali. Ne parla oggi il quotidiano la Repubblica in un articolo di Fabio Tonacci.

La Commissione parlamentare su digitalizzazione e sprechi si è fatta inviare da Tim i dati sugli abbonamenti dei dipendenti pubblici. La scoperta è davvero poco edificante: si parla di un danno di oltre otto milioni di euro, tutti a spese dei contribuenti. Scrive la Repubblica:

"Siamo sicuri che tra gli 840 dipendenti pubblici che hanno attivato l’abbonamento a “SexyLand” sul telefono di servizio, pagato coi soldi degli italiani, ci sia qualcuno che lo ha fatto per sbaglio. E siamo anche ragionevolmente certi che tra i 665 funzionari, assessori e dirigenti statali che risultano abbonati a “Le p0rno Erasmus”, ci sia chi è soltanto vittima di una truffa telefonica. Così come se andiamo a frugare tra i 564 abbonamenti attivati tra aprile e giugno di quest’anno a “Video h**d casalinghi”, i 12 mila abbonamenti a “Serie A Tim”, i 630 a “Dillo alle Stelle” e i 260 a “Pronto a tavola”, troveremo certamente chi ignora di avere questa roba nelle bollette. Ma che c’entra il televoto con l’uso del cellulare “per ragioni di servizio”? Cosa c’entrano le telefonate ai call center per i biglietti dei concerti, o le donazioni via sms addebitate allo Stato?".

Dall’analisi di 401.839 cellulari emerge un quadro di "sciatteria e di consapevole sperpero" da parte di alcuni dipendenti pubblici. Basta vedere quanto è stato speso, dal 2012 al 2017, per chiamate a numeri speciali con addebito (i call center), per servizi di intrattenimento via sms e mms, per i servizi interattivi sulla Rete. Risultato: 7,7 milioni di euro sprecati. Una media di quasi due milioni all’anno, con picchi tra il 2013 e il 2015. "Basterebbe fare i controlli sulle bollette, smettendola di complicare le norme, e non ci troveremmo di fronte a questo spreco", dice a Repubblica il deputato del Pd Paolo Coppola, presidente della Commissione.

Fonte: La Repubblica →
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