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Giovedì, 28 Marzo 2024

Terremoto in Emilia, ricostruisce la casa ma è già da abbattere: "Lì passerà l'autostrada"

Dopo quattro anni, la famiglia Bastia è riuscita a ricostruire la propria casa grazie a 520mila euro di contributi pubblici, ma potrebbero perderla di nuovo a causa del cambio di tracciato della Cispadana voluto dal governo Renzi. Se il percorso sarà confermato, l'abitazione dovrà essere espropriata e distrutta

E' una storia che ha dell'incredibile eppure è tutto vero: perdono la casa per colpa del terremoto, dopo quattro anni riescono a ricostruirla ma rischiano di doverla abbattere presto perché sorge sul tracciato della nuova autostrada. Protagonisti di questa assurda vicenda sono Franco Bastia e sua moglie Giancarla. La loro abitazione di Alberone, in provincia di Ferrara, fu distrutta a maggio 2012 dal terremoto che squassò l'Emilia. Oggi, dopo quattro anni passati in un container, la coppia è riuscita a ricostruire la casa grazie a 520mila euro di contributi pubblici. Nemmeno il tempo di gioire, aspettando la fine di maggio quando finalmente potranno entrare nella loro casa, che è arrivata la doccia fredda.

"Prima il terremoto, poi la lunga trafila burocratica per ottenere i contributi alla ricostruzione, e ora questo", ha raccontato a ilfattoquotidiano.it il figlio di Bastia, Michele. "Il tecnico ci ha detto che sì, se il tracciato verrà confermato il nostro terreno sarà espropriato, e la casa demolita. Ma io mi chiedo: vi pare giusto che due persone di 65 anni debbano subire per la seconda volta, oltre al terremoto, un disagio del genere?".

"Bastava che il Comune di Cento ci avesse delocalizzati ai tempi della ricostruzione, e noi avremmo costruito da un’altra parte”, dice Bastia, ma il sindaco piddino di Cento, Piero Lodi, si difende: "Il problema è che fino a fine 2015, il tracciato preso in considerazione per la Cispadana era diverso".

“Qualche burocrate a Roma”, continua Lodi, “pensando di essere il più intelligente di tutti, ha tracciato una linea nell’unica fetta di territorio non vincolata a livello paesaggistico, senza accorgersi che stava passando sopra alle abitazioni – spiega Lodi – e il dramma è che il consiglio dei ministri, per sbloccare l’opera, si è espresso su quest’ultima soluzione. Che non solo mette a rischio decine di case, ma passa a 300 metri dall’asilo nido che stiamo costruendo. E’ folle, ma non credo sia una decisione politica. E’ colpa della burocrazia”.

Il 5 maggio, ricorda ilfattoquotidiano.it, "la città a guida Pd organizzerà un presidio per dire no alla Cispadana con questo tracciato, designato dal governo Renzi".

Fonte: ilfattoquotidiano.it →
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