Dalla Basilicata agli Usa: fa discutere il viaggio notturno delle scorie nucleari

Sembra un film, ma è tutto vero. Vero, ma non del tutto chiaro.

"Si e' concluso oggi il rimpatrio'' negli Usa ''di materiali nucleari sensibili di origine americana, che erano custoditi in appositi siti'' in Italia ''per attività di ricerca e di sperimentazione''. Lo comunica Sogin, la societa' di Stato incaricata della bonifica ambientale dei siti nucleari italiani e della gestione e messa in sicurezza dei rifiuti radioattivi.

La societa' ha sottolineato che quello che è successo davanti al centro Itrec della Trisaia di Rotondella (Matera) e' avvenuto nell'ambito di un accordo internazionale fra Stati Uniti ed Euratom ''sull'utilizzo dell'energia nucleare per scopi pacifici''.

Nel centro della Trisaia sono ospitati materiali ''cementati'' e 64 barre di uranio provenienti dalla centrale statunitense di Elk River, da sempre immerse in una piscina colma di acqua.

Tutto era iniziato con la denuncia di alcuni siti locali, che avevano raccontato dei viaggi di numerosi tir carichi di materiale nucleare, che di notte erano partiti dalla centrale di Trisaia di Rotondella (Matera) per raggiungere l'aeroporto militare di Gioia del Colle (Bari). Il presidente della Regione Basilicata, Vito De Filippo, aveva contattato il governo per chiedere chiarezza sul delicato tema.

Per conoscere a fondo questa vicenda e i timori che inevitabilmente suscita dobbiamo riavvolgere il nastro della storia fino al 2003, quando a Scanzano Jonico (Matera), il Governo aveva deciso di realizzare il deposito nazionale delle scorie radioattive, proprio in una zona di agricoltura intensiva e di pregio: la reazione fu immediata, l'area fu bloccata per una decina di giorni, finche' la decisione del Governo non fu ritirata.

Oggi la paura per i viaggi delle scorie nucleari torna a diffondersi.