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Sabato, 20 Aprile 2024

Allarme tonno radioattivo su Facebook, ma "è una bufala"

Sul social network circolano voci sempre più insistenti su "tonno radioattivo venduto in Italia". Il pesce proverrebbe dalle acque di Fukushima e quindi sarebbe pericoloso. L'Unione consumatori smentisce: "In quell'area non si pescano tonni, non ci sono pericoli"

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ROMA - L'allarme e' partito dai social network, dove sta circolando l'immagine di una confezione di tonno con il marchio di una nota catena della grande distribuzione italiana che sarebbe, secondo gli autori del post, radioattivo perché pescato in area "Fao71" che corrisponderebbe, sempre secondo il post pubblicato su Facebook, alla zona di oceano sotto il Giappone e quindi in area Fukushima. L'invito partito da Facebook, e prontamente raccolto dagli iscritti, è quello a "fare girare" la notizia.

Immediato, naturalmente, l'allarme con l'Unione nazionale consumatori che ha provato a riportare la calma e ad approfondire la questione. "La notizia del tonno radioattivo pescato a Fukushima è una vera e propria bufala" ha subito chiarito Agostino Macrì, esperto di sicurezza alimentare dell'Unc. 

"Molti consumatori - ha spiegato - ci hanno scritto preoccupati per avere letto su Facebook un messaggio in cui si esortava a non acquistare tonno pescato nelle zone 'Fao 71' e 'Fao 61' in quanto contaminato e dunque pericoloso per la salute dei consumatori. E' il caso di chiarire - ha continuato - che le aree geografiche di cui si parla sono in realtà molto vaste. 'Fao 61' è l'Oceano Pacifico del nord ovest, zona che comprende appunto il Giappone. 'Fao 71' è invece l'area antistante le Filippine, l'Indonesia, la Papua Nuova Guinea e l'Australia del Nord e solo nella 'Fao 71' si pesca il tonno pinne gialle venduto in scatola nel nostro Paese". 

"A questo - ha proseguito Macrì - aggiungiamo che la zona di mare interessata dalla radioattività di Fukushima è limitata e comunque la contaminazione dovrebbe influire in modo minimo sulla sicurezza delle carni di tonno: occorrerebbe, infatti, molto tempo per 'trasferire' le piccole quantità di materiale radioattivo eventualmente presenti nelle acque marine nei tessuti dei grandi predatori quali sono i tonni. Inoltre, ricordiamo che le aziende di trasformazione sono obbligate a controllare le materie prime che utilizzano e quindi verificano anche l'eventuale presenza di radioattività nei tonni da inscatolare eliminando quelli positivi". 

"Si deve, dunque, ragionevolmente ritenere - ha concluso Agostino Macrì - che per il nostro Paese non esistono pericoli significativi, consumando tonno in scatola"

Fonte: Facebook →
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