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Venerdì, 29 Marzo 2024

Totò Riina, intercettate le minacce a Di Matteo: "Deve fare la fine del tonno"

Il boss si sente ancora "potenza nazionale": "Io sono stato un nemico pericoloso, non ne avranno mai come me - dice - Gliene è capitato uno e gli è bastato e se lo ricorderanno sempre"

Sono state intercettate in celle le esplicite e feroci minacce di Totò Riina al pm Di Matteo. Si tratta, come scrive La Stampa, di intercettazioni ambientali effettuate in carcere, a Milano Opera, dalla Dia di Palermo.

I dialoghi tra Riina e un altro carcerato, il pugliese della Sacra Corona Unita Alberto Lorusso, anche lui al 41 bis, sono stati intercettati durante la "socialità".

Riina si sente ancora "potenza nazionale": "Io sono stato un nemico pericoloso, non ne avranno mai come me - dice - Gliene è capitato uno e gli è bastato e se lo ricorderanno sempre. Fra duemila anni sarà lo stesso. Pensavano che fossi solo un analfabeticchio…".

Il magistrato Nino Di Matteo è considerato un nemico perché al processo sulla trattativa Stato-mafia ha tenuto un atteggiamento che Riina ha giudicato insopportabile: "Mi guarda negli occhi, ma con quale coraggio! Ma me lo vuoi dire chi m… è? Un pelo dei miei… Organizziamola questa cosa! Facciamola grossa e non ne parliamo più".

Scrive La Stampa:

Ne ha per tutti, il capo di Cosa nostra: pure per il superlatitante Matteo Messina Denaro, che si occupa degli appalti dell’eolico, per Riina solo «i pali della luce… A me dispiace dirlo, ma se li potrebbe mettere… Suo padre, ‘u zu Cicciu di Castelvetrano, invece era un bravo cristiano».

Sono agghiaccianti le intercettazioni pubblicate oggi dai quotidiani.

Riina si vanta di avere ucciso giudici come Rocco Chinnici e Giovanni Falcone e pensa di poter fare lo stesso con Di Matteo. Chinnici è il consigliere istruttore fatto saltare in aria nel 1983, e lui mima il gesto dello scoppio: «Salutava e se ne saliva nei palazzi. Poi è sceso… Vi siete divertiti, però mi sono divertito, per un paio d’anni sono stato grande. Minchia che gli ho combinato, non c’è stato nessuno capace di fare lo stesso. Se io restavo sempre fuori, io continuavo a fare un macello, al massimo livello». E al pm Di Matteo, «accanito», «che mi sta facendo uscire pazzo. Ti farei diventare il primo tonno, il tonno buono… Il vizio me lo sono tolto? Inizierei domani mattina, vorrei cominciare di nuovo…».

Fonte: La Stampa →
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