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Giovedì, 25 Aprile 2024

Perché due dosi di vaccino diverse funzionano meglio e come questo potrebbe risolvere il problema AstraZeneca

Una ricerca spagnola sostiene che la risposta anticorpale migliori con un mix di sieri. L'immunologa Viola: "Potrebbe risolvere il problema dei rifiuti"

Una ricerca spagnola ha monitorato 670 volontari che avevano già ricevuto una prima dose del vaccino AstraZeneca e che hanno avuto in seguito come seconda dose quello di Pfizer. Il Corriere della Sera racconta oggi che gli effetti collaterali non sono stati diversi, o più o meno gravi e frequenti. Ma in compenso, sembra il mix abbia aumentato e potenziato la risposta anticorpale.

Il motivo di questa curiosa situazione lo spiega l'immunologa Antonella Viola: "Ci si aspettava che utilizzare vaccini differenti potesse funzionare bene, perché co- munque tutti i vaccini che stiamo usando prendono la stessa proteina come bersaglio (la cosiddetta «spike», ndr). Può cambiare eventualmente la tecnologia che aiuta il vaccino a entrare nelle cellule, come succede tra AstraZeneca e Pfizer.

Le combinazioni tra i diversi sieri sarebbero quindi tutte possibili, mentre non avrebbe alcuna importanza l'ordine di somministrazione tra l'uno e l'altro. Anzi: nel caso dei vaccini basati sul vettore virale come AstraZeneca, una seconda dose con sieri a Rna potrebbe far sviluppare una risposta migliore. Ma c'è di più: così si potrebbe anche risolvere il problema del rifiuto del siero dell'azienda anglo-svedese dopo i casi di trombosi: 

«In linea puramente teorica un mix di vaccini con una prima dose AstraZeneca e il secondo a base di mRNA andrebbe meglio — conferma l’esperta — perché AstraZeneca lavora inducendo anche una risposta anti-adenovirus, mentre l’RNA messaggero usato da Pfizer provoca solo la risposta specifica anti-Covid». In Italia in quali casi aiuterebbe decidere per la mescolanza vaccinale? «Potrebbe risolvere il problema delle per- sone che rinunciano adAstra- Zeneca, che, pur se in numero ridotto, ci sono: anche perché l’obiettivo finale non è forzare la popolazione alla vaccinazione, ma avere la massima copertura possibile»

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Fonte: Corriere della Sera →
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