rotate-mobile
Mercoledì, 24 Aprile 2024

Vaccini in ritardo, la verità sul contratto Pfizer: le penali non scattano subito

Le carte secretate firmate dall'Europa e dalle case farmaceutiche svelano un meccanismo che di fatto lascia alle aziende la totale libertà di azione

Il Corriere della Sera pubblica oggi un articolo che parla del contratto con Pfizer-BioNTech sulla fornitura del vaccino Comirnaty in cui racconta le carte secretate firmate da Ue e case produttrici. Nell'articolo a firma di Fiorenza Sarzanini e Lorenzo Salvia si raccontano due questioni note e se ne racconta una inedita. La prima è che i contratti prevedono allocazioni di dosi su basi trimestrali e quindi l'azienda ha tempo fino alla fine di ogni trimestre per compensare eventuali ritardi. Ne consegue che è impossibile portare da subito in giudizio l'azienda farmaceutica in base a un rinvio di una consegna settimanale ma bisogna attendere i tre mesi per avere certificato il problema.

La seconda è la moltiplicazione delle dosi: l'8 gennaio scorso l'Ema ha certificato che "da un’ampolla del vaccino anti Covid Pfizer-BioNTech si potranno vaccinare 6 persone invece di 5 e spiega che "per estrarre sei dosi da una singola fiala, è necessario utilizzare siringhe o aghi a basso volume morto. La combinazione di ago e siringa a basso volume deve avere un volume morto non superiore a 35 microlitri. Se si utilizzano siringhe e aghi standard, potrebbe non esserci abbastanza vaccino per estrarre una sesta dose da una fiala. Se la quantità di vaccino rimanente nel flaconcino dopo la quinta dose non è in grado di fornire una dose completa (0,3 ml), l’operatore sanitario deve eliminarla". 

A prima vista sembrerebbe una buona notizia, ma nelle lettere d'ordine si parla di dosi e non di fiale. Ecco quindi che grazie alla sesta dose contenuta nella fiala la Pfizer può sostenere di aver consegnato sei dosi invece di cinque in ogni fiala. E infatti il 15 gennaio Pfizer ha comunicato ufficialmente a tutti i referenti europei — per l’Italia il commissario Domenico Arcuri — che "a partire dal 18 gennaio 2021 ogni vassoio spedito conterrà 1.170 dosi e non più 975, con una riduzione del 20 % del numero di fiale". La questione più importante però è quell’articolo dell’accordo che chiarisce termini ed entità delle sanzioni previste in caso di inadempienza.

Il contratto fissa infatti «una penale del 20% del valore delle dosi non consegnate» che aumenta in base ai giorni di ritardo. Ma chiarisce che «l’applicazione delle penali non è automatica»: alla fine del primo trimestre deve inizialmente essere esplorata la strada per un «rimedio» alla inadempienza. Tra le possibilità ci sono: il diritto al rimborso, la cessazione del contratto e, solo alla fine, l’applicazione della penale.

Un meccanismo che di fatto lascia alle aziende la totale libertà di azione compresa, almeno in teoria, l’eventualità di pagare le penali a fronte di un’offerta alternativa che dovesse rivelarsi più vantaggiosa.

Lombardia zona rossa per errore, chi ha ragione? Il documento dell’Iss che lo spiega

Fonte: Corriere della Sera →
Si parla di

In Evidenza

Potrebbe interessarti

Vaccini in ritardo, la verità sul contratto Pfizer: le penali non scattano subito

Today è in caricamento