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Sabato, 20 Aprile 2024
Disabilità / Firenze

Nasce il "VisiBall", un nuovo calcio: insieme in squadra vedenti e non

La lezione dell'inclusione a Firenze. Il regolamento sarà pronto entro giugno 2022

Hanno festeggiato proprio in questi giorni i loro primi 10 anni di vita. L'attività che svolgono è speciale perché interpreta nel modo più fedele la definizione di "sport per tutti". La società si chiama "Quartotempo" e le sue strutture sono a San Piero a Ponti, nel comune di Campi Bisenzio (Firenze). Un progetto nato qualche anno prima con una cooperativa: ora fanno prevalentemente calcio e hanno un piccolo progetto sul basket. Non guardano in faccia a nessuno, è il caso di dirlo. Se vuoi giocare ti puoi accomodare qui, chiunque tu sia, a prescindere dalle tue capacità.

E così oggi contano 250 i ragazzi iscritti, con varie disabilità (un centinaio hanno una disabilità certificata), prevalentemente intellettive e relazionali. Ma ci sono anche i non vedenti. E qualcuno di loro gioca persino in carrozzina. Tutti insieme appassionatamente, per dire che siamo tutti uguali: l'obiettivo principale è l'inclusione. Un obiettivo così testardo che alla "Quartotempo" si sono inventati uno sport che ancora non c'era. Si chiama "VisiBall" e mette insieme, in un campo di calcio a 5, squadre miste di vedenti e non vedenti (oltre al portiere che è comunque sempre un vedente). Il regolamento di questo nuovo sport è in via di predisposizione proprio a Firenze e dovrà essere presentato entro il giugno 2022.

Tutto grazie ad un progetto europeo che ha visto la collaborazione, insieme agli italiani (e fiorentini), di greci, bulgari, rumeni, belgi e irlandesi. "Le squadre potranno essere composte in modo variabile e potranno avere anche tre vedenti e un non vedente o viceversa. E' uno sport creato proprio per rispondere alla necessità di includere facendo giocare tutti insieme", spiega Iacopo Fossi, responsabile della progettazione educativa di Quartotempo.

Fra i formatori della società ci sono allenatori di calcio, ma soprattutto psicologi. Qui la cura della tecnica sportiva si accompagna ad una attività sociale prevalente nei confronti degli atleti. Così accurata che in alcuni casi il rapporto predisposto fra atleti-allenatori è di uno a uno.

Fonte: FirenzeToday →
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