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Giovedì, 28 Marzo 2024

A 13 anni vuole abortire il figlio dello stupratore: i medici si rifiutano

Accade in India, dove una ragazza, violentata più volte da un collega del padre, aveva ottenuto l'autorizzazione all'aborto. Ma per i medici era troppo rischioso, così hanno fatto nascere lo stesso il bambino

Era all'ottavo mese di gravidanza ma voleva abortire, i medici si sono rifiutati di aiutarla, per non metterla in pericolo. E' successo ad una ragazzina indiana di 13 anni, che rimasta incinta dopo essere stata violentata più volte da un collega del padre, aveva ottenuto dalla Corte Suprema l'autorizzazione a interrompere la gravidanza. Da quanto riporta l'Hindustan Times, la ragazza ha dato alla luce in sala operatoria un bimbo di 1,7 chili. L'aborto avrebbe messo a repentaglio la vita della 13enne, mentre il neonato è stato ricoverato nel reparto di rianimazione perché sottopeso.

Secondo al legge vigente in India, l'aborto è concesso soltanto per ragioni speciali ed entro la 20esima settimana di gravidanza. LA decisione della Corte Suprema indiana di accettare la richiesta d'aborto della 13enne è stata presa soltanto dopo aver visionato un  rapporto preparato da un gruppo di specialisti dell'ospedale Sir JJ di Mumbai.

Ma durante l'operazione le cose non sono andare come previsto, i medici che stavano svolgendo l'intervento hanno scelto di far nascere il piccolo con un parto cesareo, in quanto l'aborto avrebbe potuto uccidere la giovane madre. Ancora non sono state diffuse le reazioni della famiglia della 13enne, ma secondo la legge indiana, se il bambino dovesse essere rifiutato, verrà assegnato ad un istituto specializzato. 

Fonte: The Hindustan Times →
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