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Giovedì, 25 Aprile 2024
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Alessandro Zan: "Andavo in chiesa ma io gay mi sentivo rifiutato"

"Se un parroco in una chiesa dice che gli omosessuali sono tutti peccatori, nessuno mai potrà sanzionare questa espressione". Lo chiarisce Alessandro Zan, deputato dem, attivista lgbt, e promotore del disegno di legge da giorni al centro del confronto con mondo cattolico

Alessandro Zan, deputato dem e attivista lgbt, da cui prende il nome la legge contro l'omotransfobia, non è credente, "ma ho avuto una educazione cattolica e da ragazzo ero dell'Azione cattolica e leggevo i Vangeli in Chiesa. Il fatto di essere gay e vedere che la Chiesa non mi accettava, mi ha allontanato" dice in un'intervista a La Repubblica.

"Non ho mai detto, né dico che la legge non si possa cambiare - spiega -. Il Senato ha la sua autonomia. Ma alla Camera abbiamo fatto oltre un anno di lavoro, di mediazione e di confronto, con emendamenti e discussioni, raccogliendo preoccupazioni e dubbi" anche dei cattolici. Zan ascolta le loro ragioni: "Abbiamo già modificato l'articolo 4 del ddl per chiarire, ove mai ce ne fosse stato bisogno, il pluralismo delle idee e la libertà delle scelte. Se un parroco in una chiesa dice che gli omosessuali sono tutti peccatori, nessuno mai potrà sanzionare questa espressione. Se uno oggi dice "gli ebrei devono morire" scatta la legge Mancino per istigazione all'odio religioso. Ma se afferma "i gay devono morire", silenzio".

Rispetto alla libertà delle scuole cattoliche "l'articolo 7 non impone dei percorsi: c'è una offerta formativa che sta nel patto di corresponsabilità sui progetti condivisi tra scuola e famiglia. A nessuna scuola può essere imposto di inserire ciò che non vuole". L'indicazione della "identità di genere" nell'articolo 1 "serve solo a proteggere le vittime di violenza e per fornire al giudice il movente che ha determinato quella aggressione o discriminazione". C'è nella legge "una assoluta garanzia. Abbiamo esteso la legge Mancino che contrasta l'odio religioso e razziale. Salvini e la destra con il loro ddl fanno passi indietro e utilizzano la legge contro l'omofobia per depotenziare la Mancino".

"La paura che una legge naufraghi nel voto segreto c'è sempre, ma se la maggioranza che l'ha votata alla Camera tiene, da Pd a M5S, renziani, sinistra, autonomie e liberal di Forza Italia allora va in porto"

Da Milano e Roma, l'onda arcobaleno in difesa della legge Zan 

A far da contraltare all'opinione di Zan è il prefetto della Congregazione per l'educazione cattolica, il cardinale Giuseppe Versaldi che  in un'intervista al 'Corriere della Sera' spiega: "Le scuole cattoliche sono in prima linea contro ogni discriminazione o violenza verso le persone. Ma bisogna evitare che la giusta lotta di chi difende i propri diritti possa trasformarsi in discriminazione verso chi ha idee diverse sulla sessualità umana".

"Nessuno vuole attentare alla giusta autonomia dello Stato di legiferare democraticamente, ma si è voluto evidenziare problematiche in modo preventivo per evitare danni maggiori in seguito, come ha sottolineato il cardinale Parolin", osserva. "Se il solo esprimere un'opinione diversa è già discriminare allora cadiamo nella censura sulle idee", prosegue il cardinal Versaldi. "Non chiediamo privilegi - continua il prefetto della Congregazione per l'educazione cattolica - ma offriamo una proposta che può essere diversa. Non siamo noi a scegliere. Ma le famiglie che hanno diritto, soprattutto se i figli sono minori, a scegliere una linea educativa. Anche se va contro un pensiero unico". "Noi - ricorda il cardinale - non siamo coloro che creano la verità. Ma è stata rivelata. Gesù dice: io sono la via, la verità e la vita. Quindi non possiamo andare contro la rivelazione".

"Nella posizione più estrema delle proposte, che circolano anche a livello internazionale, si arriva a chiedere al bambino se vuole essere maschio o femmina - conclude - Noi non la vediamo così e siamo confortati dalla ragione e dalla scienza. Il rischio di creare confusione in un'età delicata come l'adolescenza impone attenzione".

Fonte: La Repubblica →
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