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Giovedì, 18 Aprile 2024
Salute Italia

La quercetina può curare il coronavirus? La ricerca sul farmaco naturale lascia scettici

Per il noto biologo Enrico Bucci la quercetina difficilmente potrebbe essere utile come cura della Covid-19 e bolla il rimedio "naturale" come una trovata di venditori di integratori senza scrupoli. "Per fortuna c'è chi non si fa abbindolare"

"Un composto insolubile e di scarso assorbimento da parte dell'organismo, senza nessuna attività specifica provata contro alcunché, riproposto ogni volta contro l'ennesima malattia emergente per raccattare un po' di soldi da parte di venditori di integratori senza scrupoli". Il biologo Enrico Bucci, docente negli Usa alla Temple University di Filadelfia, si esprime così in un duro post su Facebook in merito alla quercetina, composto di origine naturale protagonista di uno studio diffuso oggi dal Cnr - pubblicato sull'International Journal of Biological Macromolecules - secondo cui la sostanza è in grado di inibire la replicazione del coronavirus Sars-CoV-2, responsabile della Covid-19.

"Avanti un altro", scrive lo scienziato che allega un avviso di giugno della Food and Drug Administration. "In Usa - evidenzia Bucci - Fda vigila e diffida i venditori di quercetina che propongono quel composto come l'ultimo ritrovato contro Covid-19". "Per fortuna - chiosa il biologo - c'è chi non si fa abbindolare".

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Perché si parla della quercetina come cura del coronavirus

"La quercetina funziona da inibitore specifico per SARS-CoV-2". Sarebbe questo il risultato di un lavoro di ricerca condotto da Bruno Rizzuti dell'Istituto di nanotecnologia del Consiglio nazionale delle ricerche (Cnr-Nanotec) di Cosenza con un gruppo di ricercatori di Saragoza e Madrid ed è stato pubblicato sulla rivista International journal of biological macromolecules.

Questa molecola ha un effetto destabilizzante su 3CLpro, una delle principali proteine del virus, fondamentale per il suo sviluppo e il cui blocco dell'attività enzimatica risulta letale per SARS-CoV-2.

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Il complesso molecolare formato dalla quercetina (in arancione) legata nella cavità che costituisce il sito attivo della proteasi 3CLpro (in blu), nella posizione più favorevole per inibire la proteina e bloccare la replicazione del coronavirus. Da Cnr

Secondo gli autori dello studio la quercetina - presente in abbondanza in vegetali comuni come capperi, cipolla rossa e radicchio - può essere facilmente modificata per sviluppare una molecola di sintesi ancora più potente, grazie alle piccole dimensioni e ai particolari gruppi funzionali presenti nella sua struttura chimica. 

D'altronde l'attenzione di tutto il mondo è in questo momento proiettata verso la ricerca di un rimedio farmacologico per combattere il coronavirus SARS-CoV-2, responsabile della Covid-19. Se infatti lo sviluppo di un vaccino è certamente la soluzione più radicale per risolvere questo problema, ci potrebbero essere anche altre armi a disposizione per combattere una pandemia virale. Anche per il virus dell'HIV responsabile dell'AIDS, la mortalità si è attualmente azzerata nonostante non si sia mai ottenuto un vaccino, grazie allo sviluppo di potenti farmaci antivirali che bloccano la proteasi specifica dell'HIV, una proteina fondamentale per la replicazione virale. Alcuni di questi farmaci sono stati testati su SARS-CoV-2, ma non hanno sortito l'effetto sperato. Lo sviluppo di farmaci antivirali specifici per il coronavirus è dunque un altro grosso filone di ricerca per risolvere la pandemia di Covid-19.

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