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Venerdì, 29 Marzo 2024
L'andamento della pandemia

Covid, le regioni che escono prima dall'emergenza e quelle che tardano

Tutti i dati del rapporto Altems su contagi, ricoveri in terapia intensiva e vaccinazioni

La lotta al Covid non è ancora terminata, nonostante l'allentamento delle restrizioni e la voglia di tornale alla normalità. Dopo l'invito alla cautela lanciato dall'infettivologo Massimo Galli, è l'Alta scuola di economia e management dei sistemi sanitari dell'Università Cattolica (Altems) ad invitare alla prudenza. "I dati mostrano un calo dell'incidenza continuo nel tempo da settimane ma è il ritmo di questo calo che sta rallentando", avvertono gli esperti indicando quali sono le regioni più a rischio.

L'epidemia Covid rallenta ancora: Rt a 0,73 e ricoveri in calo

Il ritmo di riduzione dei contagi Covid si è più che dimezzato

I dati statistici evidenziano un progressivo miglioramento della pandemia, ma da qui a dire che la situazione è sotto controllo ancora ce ne vuole. I contagi Covid stanno diminuendo di settimana in settimana, ma il ritmo di riduzione si è più che dimezzato, avverte l'Altems. Nella settimana 2-8 febbraio, il numero di nuovi casi per 100.000 abitanti era di 894 persone, in quella dal 9-15 febbraio era di 604 mentre in quella dal 16-22 febbraio era di 488. È quanto emerge dalla 86mo rapporto Altems dell'Università Cattolica di confronto sistematico dell'andamento della diffusione del Sars-COV-2. La situazione non è la stessa su tutto il territorio nazionale, anzi varia sensibilmente da regione a regione. Vediamo come.

Covid, nelle Marche il rallentamento più lento della pandemia

"Il virus è ancora molto diffuso - dichiara Americo Cicchetti, direttore Altems - con oltre 1,2 milioni di persone ad oggi positive, con dei picchi nella prevalenza superiori ai 5.000 malati ogni 100.000 abitanti in Abruzzo e Sicilia". Le regioni meno a rischio sono quelle del Nord Ovest dell'Italia: Valle d'Aosta, Piemonte e Lombardia mentre la regione in cui il rallentamento dell'epidemia è più lento risulta essere le Marche. Guardando ai nuovi ingressi settimanali in terapia Intensiva, si registra un valore medio nazionale pari a 0,78 x 100.000 abitanti, con in testa Valle d'Aosta (1,61 x 100.000 ab.), Umbria (1,27 x 100.000 ab.) e Friuli-Venezia Giulia (1,17 x 100.000 ab.).

A che punto siamo con la vaccinazione

In un anno e più di campagna vaccinale siamo arrivati a vaccinare contro il Covid con una dose l'89% della popolazione tra i 5-19 anni di età e il 61,3% nella fascia d'età 5-19 anni. Il Lazio eccelle, con un tasso di copertura vaccinale per la fascia d'età 50-79 anni del 93,2% mentre in fondo alla classifica troviamo il Piemonte con l'87,1%. Guardando i giovani, ossia la fascia d'età 5-19 anni, la regione che primeggia nella vaccinazione è il Molise (71,1%), mentre all'ultimo posto troviamo la P.A. di Bolzano (50,9%). Se si parla di seconda dose, l'Italia registra una copertura vaccinale del 76,9% della popolazione, con la Toscana in testa (81,0%) e la P.A. di Bolzano in coda (70,0%). Analizzando i dati relativi alle terze dosi booster, a livello nazionale la copertura nella fascia d'età 50-79 anni è del 79,3%, mentre nella fascia d'età 5-19 anni è del 19,9%. Nella fascia d'età 50-79 anni la Puglia registra il più alto tasso di copertura (84,8%), mentre la Sicilia risulta avere la percentuale minore di vaccinati. La Puglia primeggia anche nella fascia d'età 5-19 anni (23,8%) mentre la regione con la percentuale minore di vaccinati nella stessa fascia risulta essere la P.A. di Bolzano (12,9%).

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