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Giovedì, 25 Aprile 2024
La storia

Cucina un pollo ma ha un'unghia sbeccata e rischia di morire

La storia di Tereza finita a lottare contro la morte per una grave infezione

Una zuppa di pollo ha rischiato di esserle fatale: Tereza Sauer, una giovane donna sportiva si è ritrovata nell'arco di pochi giorni dall'incanto di Bali a lottare in ospedale contro la sepsi, a causa di un'infezione che la stava trascinando improvvisamente verso la morte.

Istruttrice di yoga, appassionata di boxe e di escursioni estreme in montagna, Tereza è il prototipo di una persona in forma e attenta alla salute. Dalla Repubblica Ceca si era trasferita in Indonesia, ma nel marzo del 2022 programma di andare a trovare genitori e amici nel Paese natale. "Circa un mese prima della partenza, avevo contratto la variante Omicron del Covid-19, che ha azzerato la mia immunità", spiega la giovane donna. Circa cinque giorni prima del volo, preparando un pollo per un brodo, Tereza si accorge di un taglio sull'unghia, senza prestarci troppa attenzione. "Ho comprato il pollo al mercato di Bali e l'ho preparato per la zuppa, quindi l'ho lavato nel lavandino. Questo, come ho scoperto dopo, è stato un grande errore. Poi l'ho tagliato e bollito per 3 ore". Ma proprio quella ferita sull'unghia è diventa la porta d'accesso per il Campylobacter, un batterio che invade rapidamente il suo intestino.

All'arrivo in Repubblica Ceca la donna non ha sintomi, ma percepisce solo un senso di stanchezza che attribuisce al lungo viaggio. Dal giorno seguente l'infezione inizia a mostrarsi: febbri e brividi, temperature che fluttuano misteriosamente da 39,5 a 34,3. Tereza suppone si tratti di sindrome post-covid. Solo dopo il ricovero in ospedale i risultati mostrano un virus intestinale, ma gli operatori sanitari le danno solo del paracetamolo e la dimettono, consigliandole un altro prelievo di sangue nei due giorni successivi. Nessun medico ha capito che non si trattava di una semplice infezione.

"Non ero più in grado di stare in piedi, non riuscivo a parlare, avevo terribili dolori allo stomaco e una diarrea verde, così l'infermiera venne a prendermi il campione di sangue a casa" spiega Tereza. "Un'ora dopo, quando ha ricevuto i risultati, mi hanno mandato un'ambulanza dicendo che ero in pericolo di vita" racconta. Solo allora i medici capiscono che si tratta di sepsi e che la donna può aver contratto l'infezione dall'aver maneggiato il pollo crudo. Dopo qualche ora di ricovero e ulteriori controlli, viene portata nel reparto di terapia intensiva. Tramite una sonda, i medici drenano un litro e mezzo di liquido infettivo verde dallo stomaco, formatosi nell'arco di una settimana.

La sua eliminazione però non basta. "Dopo qualche giorno, un'infermiera mi ha detto che gli antibiotici avevano smesso di funzionare e i valori infiammatori erano saliti di nuovo. C'era un'altra fonte di infezione nel mio corpo: il mio cuore cominciava a non funzionare più e avevo acqua nei polmoni" racconta Tereza, scuotendo il capo nel ripensare a quei momenti. Anche l'addome e l'intestino erano pieni di liquido infettivo, che avevano causato un'ulteriore infiammazione nel peritoneo, un rivestimento della cavità addominale e di parte di quella pelvica che ricopre anche gran parte delle viscere. Solo a quel punto un medico si decide ad operarla. Nonostante le possibilità di sopravvivere siano ferme al 10%, l'operazione viene effettuata d'urgenza. Tereza ce la fa. Dopo un periodo in terapia intensiva è fuori pericolo, ma fortemente provata.

Cos'è la sepsi

Come spiega la Global Sepsis Alliance, la sepsi insorge quando la risposta dell'organismo a un'infezione danneggia i propri tessuti e organi. In sostanza è il nostro stesso corpo a "colpirci" per difendersi da un'infezione, che può avere le origini più disparate. Può portare a shock, insufficienza in vari organi, perdita di dita e arti fino alla morte. Questo accade se non viene riconosciuta precocemente e trattata tempestivamente. La maggior parte delle malattie infettive in tutto il mondo, comprese le infezioni virali e il Covid, possono degenerare all'ultimo stadio nella sepsi. Tra queste è inclusa la listeria, di cui si è ampiamente parlato nell'ultimo periodo dopo le tre morti e le 71 persone ricoverate in ospedale a seguito del consumo di wurstel non cotti. Sono particolarmente a rischio i bambini al di sotto di un anno di età, quelle sopra i 60 anni, chi soffre di malattie croniche o di diabete e in generale le persone con un sistema immunitario indebolito.  

Per quanto riguarda la prevenzione delle infezioni che si possono contrarre in cucina, bisogna prestare attenzione a diversi accorgimenti, semplici ma indispensabili. Le verdure vanno lavate con attenzione prima di consumarle, anche quelle in busta. Le carni crude, uno dei principali vettori di infezioni, vanno preparate separatamente dalle verdure e dagli altri cibi cotti, ad esempio tagliandole con un coltello ed un tagliere diverso. Meglio ancora avere utensili specifici utilizzati solo per le carni crude, che siano di pesce, di manzo o pollo. È preferibile consumare prodotti lattiero-caseari (latte e formaggi) pastorizzati. Bisogna lavare scrupolosamente le mani e gli utensili da cucina dopo aver maneggiato alimenti crudi. Stesso processo vale per il lavandino o altri ripiani con le quali le carni sono state a contatto. A prescindere dalle nostre abitudini, bisogna verificare sulle confezioni se determinati cibi vanno consumati cotti. Gli alimenti deperibili vanno consumati in tempi brevi.

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