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Martedì, 23 Aprile 2024
Senza spiegazione / Regno Unito

Epatite acuta nei bambini: cos'è l'ipotesi lockdown

C'è soltanto una singola frase ipotetica in un articolo scientifico di una settimana fa: troppo poco per avanzare con convinzione la teoria secondo cui lockdown e mascherine abbiano avuto un ruolo nelle epatiti anomale degli ultimi tempi. Cosa si sa davvero

Il misterioso aumento di casi di epatite acuta grave nei bambini di età inferiore ai 5 anni finora è senza spiegazione. Secondo alcuni scienziati britannici potrebbero in qualche modo essere legati o al Covid o ai lockdown degli ultimi due anni. Ma siamo nel campo delle ipotesi, come vedremo. Certezze, zero. Nel Regno Unito i casi sono già arrivati a 108 (8 piccoli sono stati costretti ad un trapianto di fegato) e ci sono segnalazioni da altri Paesi europei: non sembrano casi legati a virus dell’epatite già in circolazione. Si ipotizza dunque che siano causati da adenovirus, un tipico virus che generalmente provoca innocui raffreddori o diarrea negli adulti e raramente può causare problemi più gravi nei più piccoli.

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Epatiti gravi nei bambini: tutti i casi segnalati e le ipotesi

Secondo un'ipotesi, a oggi non provata, è possibile che la scarsissima esposizione della popolazione generale ai virus più comuni, causa lockdown e restrizioni degli ultimi due anni, abbiano fatto sì che i bambini possano aver sviluppato difese immunitarie più basse che in passato. L'esposizione meno protetta ad adenovirus potrebbe essere stata una causa primaria per l’esplosione di casi di epatite acuta nei bambini, per cui sinora circa uno su dieci ha avuto bisogno di un trapianto per sopravvivere. Ma attenzione. C'è solo una singola frase che teorizza il legame in un articolo scientifico di una settimana fa: troppo poco per avanzare con convinzione la teoria secondo cui lockdown e mascherine abbiano causato le epatiti anomale. Ecco la frase:

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La stampa britannica riporta infatti un passaggio di un articolo sulla rivista medica “Eurosurveillance” del 14 aprile, in cui si analizza l'epatite acuta rilevata per la prima volta in marzo in Scozia. Dove sono stati registrati 14 casi in poco più di un mese, mentre in media quelli di origine sconosciuta non arrivano a 5, ma in un intero anno: "In questo momento l’ipotesi più plausibile sembra essere legata all’adenovirus", cui è risultato positivo il 77% dei bambini colpiti da epatite acuta oltremanica. Secondo Meera Chand, responsabile infezioni Ukhsa, l’agenzia responsabile della sanità pubblica, potrebbero esserci a questo punto due possibilità. La prima: "Una variante con una sindrome clinica differente o che già circolava in passato, ma che ora sembra avere conseguenze peggiori per i bambini con meno difese immunitarie. Se così fosse, ciò potrebbe essere causato da lockdown e distanziamento durante la pandemia".

Si sta studiando inoltre se possa esserci un legame diretto col Covid. Una possibile modifica del genoma dell’adenovirus (utilizzato tra l’altro anche per vaccini anti Covid come AstraZeneca e Sputnik) causata da una precedente o contemporanea infezione da coronavirus. Oppure, altra ipotesi, gli effetti a lungo termine del cosiddetto long Covid. Unica certezza: gli scienziati inglesi escludono che l’epatite acuta abbia un legame con i vaccini anti Covid. Il motivo è semplice. Nel Regno Unito le vaccinazioni anti-Covid partono dai 12 anni in su, e nessuno dei 108 bambini colpiti da epatite acuta era stato vaccinato.

"Se l'epatite fosse una conseguenza del Covid, sarebbe sorprendente non vederla distribuita più ampiamente in tutto il Paese data l'elevata prevalenza del coronavirus al momento", dice Graham Cooke,  esperto di malattie infettive presso l'Imperial College di Londra; dunque, la teoria secondo cui i bambini più piccoli potrebbero soffrire di sintomi più gravi a causa della minore immunità dovuta al lockdown è "speculativa, ma possibile".  Sono inoltre in corso test di laboratorio per determinare se la causa potrebbe essere una sostanza chimica o una tossina.

In Italia, “attualmente non sono stati segnalati casi nei centri che si occupano di questo tipo di patologie”, ha spiegato il professor Giuseppe Maggiore, responsabile di Epatogastroenterologia e Nutrizione del Bambino Gesù, in un'intervista a Sky TG24. Ma per fare ulteriore chiarezza è da poco partita un'indagine che riguarda tutti i centri epatologici pediatrici italiani, per considerare un eventuale aumento di casi di epatiti acute con cause sconosciute e verificare, quindi, se il nostro Paese sia interessato al fenomeno che sta coinvolgendo diverse nazioni. A lanciare l'indagine è stata la Società Italiana di Gastroenterologia Epatologia e Nutrizione Pediatrica (Sigenp). Si tratta di una “survey finalizzata a fotografare la situazione italiana in merito a questi casi di epatite acuta o insufficienza epatica acuta”, ha spiegato all'Adnkronos Salute Angelo Di Giorgio, esperto di Sigenp.  L'obiettivo finale, ha aggiunto, sarà quello di comprendere “quanti casi, in questo momento, sono in trattamento in Italia, e se abbiamo evidenze di un maggior numero di casi rispetto agli anni precedente. Serve verificare un eventuale incremento anomalo”. I primi dati, ha concluso Di Giorgio, sono attesi “tra martedì e mercoledì della prossima settimana”.  

Epatite acuta nei bambini: cosa sappiamo

Il sottosegretario alla Salute, Pierpaolo Sileri, ha comunicato di essersi già attivato con le regioni, precisando che questa epatite non rientra in quelle note, ma anche che "sappiamo ancora poco in merito". "Il ministero della Salute si è immediatamente attivato, è già stata inviata una nota alle Regioni e sono state già fatte diverse riunioni con l'Ecdc - ha detto Sileri -. Per il resto, sappiamo per ora quello che sanno anche gli altri Paesi, purtroppo ancora poco, nel senso che c'è la descrizione di casi di epatite, molti descritti nel Regno Unito e alcuni in Spagna, Olanda, Belgio e Romania. Si tratta di una forma di epatite non riconosciuta nelle classiche epatiti virali, quindi A,B, C, D ed E, non si conosce la sua natura e se vi è un virus. In alcuni casi è stato trovato adenovirus, non c'è correlazione con il Covid e alcuni di questi piccoli pazienti hanno purtroppo necessitato, perché era una forma di epatite grave, di trapianto di fegato. Al momento si tratta per fortuna di numeri molto bassi e c'è una difficoltà nella diagnosi, perché se tu hai un qualcosa di nuovo non sai neppure come testarlo".

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